PCB - Policlorobifenili
Prima degli anni 1980 i PCB venivano utilizzati nelle seguenti applicazioni: impianti idraulici e sistemi di riscaldamento, fluidi di raffreddamento e isolanti nei trasformatori e nei condensatori elettrici, pigmenti, coloranti, repellenti e carte autocopianti o come plastificanti in vernici, sigillanti, plastiche e prodotti in gomma. Si calcola che, a partire dal loro primo utilizzo commerciale alla fine degli anni 1920, siano state prodotte in tutto il mondo più di 1 milione di tonnellate di miscele tecniche di PCB. Possono essere suddivisi in due gruppi: i PCB diossina-simili (DL-PCB) e i PCB non diossina simili (NDL-PCB). La tossicità dei PCB diossina-simili (DL-PCB) è di gran lunga più elevata rispetto alla tossicità dei NDL-PCB e, pertanto, suscita maggiori preoccupazioni dal punto di vista della sicurezza alimentare. I NDL-PCB coesistono con i DL-PCB e ciò rende difficile determinare gli effetti tossicologici reali dei soli NDL-PCB, poiché i risultati dei test sulla tossicità possono essere influenzati dalla presenza di quantità anche minime (0,1% o meno) di DL-PCB. È quindi necessario usare cautela nell’interpretazione dei dati sull’esposizione ai NDL-PCB.
L’esposizione umana ai NDL-PCB avviene per più del 90% attraverso la dieta, l’esposizione umana a questi composti è considerata ancora alta. Il dott. Josef Schlatter, presidente del gruppo CONTAM, ha affermato: “L’attuale esposizione umana nel corso della vita è ancora notevole e gli effetti a lungo termine dei NDL-PCB sulla salute umana, soprattutto nei gruppi più vulnerabili e più altamente esposti, sono difficili da valutare. Il gruppo di esperti scientifici ha pertanto concluso che è necessario uno sforzo continuo per abbassare i livelli di NDL-PCB negli alimenti e nei mangimi”.
Benché la produzione e l’impiego dei PCB siano cessati nella maggior parte delle nazioni a partire dagli anni 1980, grandi quantità di questi composti si trovano ancora nelle apparecchiature elettriche, nei prodotti in plastica e nei materiali da costruzione. Ancora oggi, a causa della loro elevata persistenza, si trovano nell’ambiente i PCB rilasciati in passato. Sia i NDL-PCB che i DL-PCB si accumulano lungo la catena alimentare; si depositano nei tessuti grassi e lasciano l’organismo soltanto dopo molto tempo. Di conseguenza, le concentrazioni più elevate si trovano non tanto in frutta e ortaggi, quanto piuttosto negli alimenti di origine animale, tra cui in particolare carnivori e pesci predatori. I NDL-PCB tendono inoltre a essere presenti a livelli significativi nel latte materno.
L’esposizione ai PCB produce una serie di effetti avversi quali disturbi neurologici e dello sviluppo e deficit immunitari. L’assunzione giornaliera media di NDL-PCB totali negli adulti in Europa si può stimare nell’ordine di 10-45 ng/kg di peso corporeo (nanogrammi per chilogrammo di peso corporeo), mentre nei bambini piccoli sono stati osservati valori più elevati. Esposizioni più elevate possono verificarsi in taluni gruppi esposti ad alimenti altamente contaminati, come i pescatori del mar Baltico. L’assunzione di NDL-PCB stimata nei bambini allattati al seno potrebbe essere maggiore anche di due ordini di grandezza rispetto all’assunzione calcolata negli adulti.
Fonte: European Food Safety Authority