Federazione Italiana delle Scuole di Agopuntura del
Centro
Associazione Medica per lo Studio
dell’Agopuntura
Ambulatorio di Agopuntura e Moxa
UO di
Dermatologia
Dipartimento di Medicina
Azienda Sanitaria Locale 04
L’Aquila
Insegnamento di Medicina Alternativa
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi Magna Graecia di
Catanzaro
Ricerche dermo-allergologiche nel periodo 1997-2001*
Quando ero giovane i pazienti avevano paura di
me,
ora che sono vecchio ho io paura del giudizio dei
pazienti.
J.P. Frank
Autori: Carlo Di Stanislao, Edi Galluzzo, Dennis
Konopacki, Antonietta Fulminis.
Riassunto: L’articolo passa in rassegna le principali
ricerche italiane relative all’impiego di agopuntura e piante medicinali,
condotte in ambiente pubblico fra il 1997 ed il 2001. Sebbene i risultati sono
interessanti vengono comunque precisati i limiti della strutturazione degli
studi. Si sottolinea, comnque, che non solo le ricerche randomizzate e
controllate dovrebbere essere impiegate nell’ambito delle Medicine non
Convenzionali.
Parole chiave: dermatologia, allergologia, agopuntura,
fitoterapia.
Summary: This article passes in review the main Italian
searches to the employment acupuncture and medicinal plants, lead in public
ambient between 1997 and the 2001. Although the result are interesting the same
one specified the limits of the structuring of the studies. It is emphasized,
than not only the randomized and controlled studies to have to be employed in
the within of Not Conventional Medicines.
Key words: dermatology,
allergology, acupuncture, phytotherapy
Numerose ricerche sono state condotte in Italia
sull’impiego dell’agopuntura e della Medicina Tradizionale Cinese (MTC) in campo
dermatologico ed allergologico, principalmente in questi ultimi anni (SIA,
2000). Sono state indagate varie patologie con l’impiego di agopuntura,
agopuntura e sistemi fisici particolari, agopuntura e farmacoterapia o
farmacoterapia per via orale (Di Stanislao C. et al., 1998; Di Stanislao et al.,
2001). Talvolta le casistiche sono state molto esigue (Di Stanislao C., 2000)
talaltra molto più ampie e significative (Di Stanislao C. et al.,
2001).
Due ricerche meritano, a nostra avviso, particolare
considerazione. Nel periodo 1995-1997 abbiamo condotto, in collaborazione con il
Laboratorio di Analisi Chimico-Cliniche della ASL04 de L’Aquila, la Divisione di
ORL dell’Ospetale di Popoli ed il Servizio ORL della Casa di Cura Convenzionata
Sanatrix, due diverse ricerche relative, la prima alla dermatite atopica, la
seconda alla rinite allergica, applicando un modello aperto con reclutamento
sequenziale e sviluppando due studi che sono risultati di interesse pratico in
base ai risultati ottenuti.
La ricerca sulla dermatite atopica è
stata presentata nel maggio del 1996 al Congresso Annuale della sezione
Laziale-Abruzzese della Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Clinica
ed è comparsa, come abstract, sul supplemento al N.1 del 1996 dell’European
Journal of Allergology and Pharmacology (Di Stanislao C et al.,
1996).
Invece lo studio sulla rinite allergica è stato presentato al
Convegno di Aggiornamento della Società Italiana di Allergologia ed Immunologia
Clinica svoltosi in collaborazione con l’Istituto Mario Negri Sud, nel maggio
1997 (Di Stanislao C. et al., . 1997)La ricerca sulla dermatite atopica ha
riguardato un gruppo di 20 bambini di età compresa fra gli 8 ed i 13 anni, 12 di
sesso femminile ed 8 di sesso maschile, con gradi medio-gravi di eczema
costituzionale. Tutti i genitori erano stati informati dello scopo dello studio
e delle caratteristiche del preparato in sperimentazione. I dati raccolti
durante la ricerca sono depositati presso il Centro Allergologico della ASL 04
de L’Aquila.
A differenza di altre formule erboristiche cinesi
impiegate in corso di eczema costituzionale la formula da noi utilizzata
(brevetto Lao Dan srl, Milano) non conteneva piante potenzialmente tossiche, era
formulata in estratto secco concentrato molto idrosolubile e pertanto risultava
di discreta palatabilità e facile assunzione. Tutti i bambini inclusi
presentavano fasi floride di patologia da un minimo di 5 ad un massimo di 12
giorni (media 13,5 giorni), ma nessuno era stato sottoposto, da almeno due
settimane, a terapie sistemiche antistaminiche, cortisoniche o antidisreattive.
Nove di essi avevano applicato sulle aree di eczema topici steroidei
(idrocortisone butirrato, mometasone, clobetazolo), ma, per almeno cinque giorni
prima dello studio, tale topici erano stati sospesi.
Lo studio
ha avuto la durata di un mese con controlli settimanali (T0-T4) sia clinici che
ematochimici (ECPs, IgE totali). Nessun paziente è uscito dallo studio e non si
sono mai registrati fenomeni di intolleranza gastrica o sistemica
(rallentamento, sonnolenza, cefalea, ecc.). I più comuni parametri
chimico-biologici (emocromo con formula, transaminasi, bilirubina, g-GT,
fosfatasi alcalina, protidogramma, creatinina, esame urine) non ha subito
variazioni dalla norma con due controlli all’inizio ed alla fine della
terapia.
La Tab.1 è relativa all’andamento degli scorad clinici ed è
basata sulla valutazione di gravità numerica proposta dall’European Task Force
on Atopic Dermatitis nel 1991. I valori derivano dalla formula generale:
A/5.*B/2+C dove A rappresenta la percentuale dell’area cutanea colpita (secondo
la formula del 9 di Wallace modificata per l’infanzia), B la somma dei sintomi
obbiettivi espressi da 1 a 3 (eritema, essudazione, edema, desquamazione,
xerosi, lichenificazione) e C il valore (espresso in scale analogiche da 1 a 10)
del prurito sia diurno che notturno. Il decremento è risultato significativo
dalla fine della seconda settimana, ma un miglioramento del prurito risultava
evidente dopo appena 4/5 giorni.
Circa l’andamento dell’ECPs, che
rappresenta una misura della flogosi atopica secondo vari AA, abbiamo registrato
decrementi significativi fin dal primo controllo e progressive riduzioni fino
alla fine della terapia. Non si sono invece avute riduzione del livello di IgE
totali circolanti, il che dimostra che il meccanismo d’azione delle piante
impiegate (soprattutto ramlus Cinnamomi, Glycyrrhiza uralensis radix, Sophora
flavescentis radix) è relativo alla liberazione di mediatori pre e neoformati a
livello mastocitario.
Anche se precedenti segnalazioni indicano una
riduzione del CD23 e non abbiamo valutato le eventuali variazioni di
interleuchine, riteniamo che l’azione principale risulti dall’effetto
antiflogistico del ramuls Cynnamomi e della Glycyrrhiza uralensis (azione sulla
idrocortisone desaturasi con incremento del cortisolo endogeno) ed
antiprostaglandina della Sophora. Essendo poi tutti e tre i principi ricche di
vitamina H1 (biotina), non si può escludere che sia essa la responsabile,
attraverso un’attivazione co-carbossilasica, della normalizzazione della flogosi
desquamativa e del miglioramento dei parametri di
malattia.
Soltanto studi più ampi nella numerosità e nella
durata e con controlli dei rapporti CD4/CD8 potrebbero comunque portare a
considerazione conclusive. Va aggiunto che tutti i pazienti da noi reclutati
presentavano forme poco essudanti di eczema atocico (neurodermiforme, prurigo d
Besnier) e molti AA ritengono che le formule vadano differenziate in rapporto
all’espressione clinica. Pertanto, in futuro, andranno arruolate coorti con fasi
diverse di dermatite atopica, al fine di valutare il range d’azione del
preparato Lao Dan da noi sperimentato.
Lo studio sulla rinite
allergica ha riguardato l'impiego, come sintomatico, del principio erboristico
cinese E Bu Shi Cao (herba Centipeta minima), formulato in estratto concentrato
(rapporto estrattivo 5:1) prodotto dalla Lao Dan srl di Milano. E Bu Shi Cao è
un principio inserito fra quelli che "liberano la superficie", più in
particolare che combattono il "vento-freddo" (come Xin Yi, Gang Er Zi, Gao Ben,
Fan Feng, Bai Zhi, ecc.). Diffuso in tutta la Cina è una Composita che si
raccoglie a Maggio e Giugno (fioritura anticipata rispetto alla Ambrosia ed
all'Artemisia sia vulgaris che absinthium).
La pianta intera
seccata al sole ha sapore piccante e natura leggermente tiepida. I
meridiani destinatari sono il Polmone ed il Fegato e le modalità d'azione:
disperdere il vento, aprire gli orifizi, calmare la tosse, eliminare
il catarro e combattere il dolore. La clinica farmacoterapica attuale la indica
nelle riniti con gonfiore della faccia e della testa e nelle rinosinusiti
allergiche. In Cina la impiega come gocce nasali (al 20%) con cloromicetina
(clorafenicolo) allo 0.2% in corso di rinopatie suppurative o produttive. In
caso di segni rinobronchiali (tosse con espettorato fluido abbondante) la si usa
in associazione con pericarpium Citri reticulatae e Pinella ternata. È usata
anche nei reumatismi, nei morsi di serpenti ed insetti (azione antistaminica?)
nelle enteriti e nelle dissenterie. È priva di tossicità e può essere usata
(a 3 6 grammi die in decotto) per lunghi periodi di tempo.
Sono
stati arruolati venti pazienti di ambo i sessi, tutti affetti da
oculorinite stagionale con ipersensibilità documentata (in vivo ed in vitro) per
Graminaceae ed Urticaceae (Parietaria judaica e/o officinalis), divisi in
due gruppi omogenei (dieci soggetti ciascuno) il primo trattato, il secondo
che non ha ricevuto alcuna terapia di fondo. Il gruppo trattato (Gruppo A) aveva
un'età media di 33.5 anni ed il gruppo non trattato (Gruppo B) di 32.5. Sono
stati esclusi soggetti con deviazioni settali, ipertrofia dei turbinati,
sindromi rinobronchiali o in gravidanza. Il periodo prescelto (in rapporto
alle quote polliniche di significatività allergologica, mediante misurazione con
" Pollentrap" Lanzoni VPPS 2000 e misurazione giornaliera) è stato da metà
Aprile a metà Giugno 1996. E Bu Shi Cao era dato in polvere,
sciolto in acqua, bis in diem dopo i pasti (colazione e cena) alla dose di 3 g
die complessivamente. Entrambi i gruppi potevano assumere, al bisogno,
spray topico nasale a base di fluticasone proprionato e/o collirio con
cromalin-sodico ed antistaminico.
I controlli clinici ed allergologici (tampone nasale e
congiuntivale,) sono stati eseguiti settimanalmente nei tre mesi dello
studio, mentre gli esami chimico-clinici generali (SMA II) e specifici
(ECPs, IgE totali) ogni 15 giorni e per un totale di sei volte per ogni
paziente. Naturalmente lo SMA II (Emocromo con formula., Transaminasi, LDH, HBD,
gamma-GT, Bilirubina totale e frazionata, PT, PTT, colesterolo, Triglicerdi,
Uricemia, Azotemia, Glicemia, Esame urine con sedimento) sono stati
effettuati solo nel gruppo A (attivo). Tutti i pazienti hanno tenuto un
diario giornaliero dei sintomi e dell'uso di farmaci topici. Nessun
paziente è uscito dallo studio.
Per quanto concerne gli
"scores" clinici (a tre livelli: 0 assente; 1 lieve; 2 medio; 3 grave) si
sono valutati sia i segni oculari (dolore, lacrimazione, fotofobia) che
rinologici (rinorrea, ostruzione, starnuti, iposmia). Il Gruppo A ha avuto un
punteggio di 8 in Aprile, 10 in Maggio e 6 in Giugno; il Gruppo B di 7, 12, e
14. La valutazione del p secondo Wilcoxon ha indicato nette differenze fra i due
gruppi (inf a 0.01 a favore del Gruppo trattato). Per quanto concerne le
giornate d'impiego dei topici sintomatici abbiamo registrato: Gruppo A 3
giorni in Aprile, 12 in Maggio e 10 in Giugno; Gruppo B 15 in Aprile, 18 in
Maggio e 21 in Giugno (p inf. a 0.001).
Il conteggio degli
eosinofili e basofili (conteggio doppio presso il Centro Allergologico e a cura
del prof. M. Bologna della Cattedra di Patologia Generale I-Immunologia
dell'Università dell'Aquila) nei secreti nasale e congiuntivale ha messo in
evidenza netta differenza (p inf a 0.05 in ambo i casi) a favore del Gruppo
A. Significativa, anche, la variazione del livello (radioimmunologico con
metodo Alk-Abellò Cap-System) di proteina cationica eosinofila nel sangue (ECPs)
(p inf a 0.02). Non si sono invece registrate variazioni significative nei due
gruppi (p superiore a 0.05) delle IgE totali (metodica PRIST). Nessuna
variazione dei parametri ematochimici d base si è registrata nel gruppo
trattato e solo tre pazienti (33.3%), di cui 2 donne, hanno lamentato pirosi e
nausea nei primo quattro-sette giorni di terapia.
L'insieme di
questi dati ci permette di affermare che il preparato E Bu Shi Cao Laodan è
un principio dotato di incisiva azione antiallergica in sede oculonasale,
maneggevole e privo di tossicità, capace di ridurre gli indici di flogosi
immunoindotta. Poichè non determina variazioni nelle IgE si può ritenere che
esso agisca nella fase afferente (mastocitaria-basofilica ed eosinofila)
della flogosi allergica. A differenza di altri trattamenti erboristici
precedentemente da noi sperimentati (elicrisio, plantago, liquirizia, ribes,
ecc.) non necessita di pretrattamento rispetto alla stagione pollinica ed alla
insorgenza dei sintomi.
Nel 1998 abbiamo anche avuto modo di
segnalare l’azione di agopuntura e farmacoterapia cinese in corso di congiuntivi
atopiche macrofollicolari, relativa a due distinte osservazioni cliniche (Di
Stanislao et al., 1998). Abbiamo selezionato, come punti di base in ambo i casi,
il K 22 (Bu Lang) (sulla scorta delle osservazioni di Kespì sul "calore latente
degli organi") ed il 14 VC (CV 14; Juque) (convinti della relazione fra "4
Stagioni" e costituzione allergica).
Il punto Bu Lang ("camera
delle passeggiate") presenta varie indicazioni che lo pongono in relazione
col polmone ("respirazione difficile, tosse, sensazione di pieno al petto,
ecc."), col naso ("naso chiuso, rinite") e con gli occhi ("occhio dello stesso
lato, regione inferiore dell'occhio"). Il punto Juque è in relazione
col "cuore centro" (xin), con la nascita del soffio, con l'energia corretta
(oltre ad avere non trascurabili ed utilissime connotazioni psichiche) L'occhio
in relazione con lo "Shen", secondo il Longmulun (tradotto da S. Franzini
nel 1988) risponde a questo punto.
Abbiamo, poi selezionato due
"finestre del cielo" onde regolare l'eccesso di yang (fuoco e calore) a livello
degli occhi. In un caso abbiamo usato il 16 TR (TB 16; Tianyou) (vista
offuscata, cefalea violenta, depressione e chiusura nei confronti del
mondo) e nell'altro il 10 V (BL 10; Tianzhu) (rigidità del collo, voglia di
controllo su tutto l'ambiente circostante).
Tianyu è un punto
di grande valore oftalmologico, sia secondo vari AA moderni (Soulie De Morant,
Chamfrauld, Roustan, Li Ding, Auteroche, Duron-Laville-Mary-Borsarello), sia
secondo il Linsghu (trad. da Ming Wong nel 1997) al cap. 21. Anche Tianzhu
presenta varie indicazioni oftalmologiche rubricate da AA francesi (Soulie De
Morant, Chamfrault, Roustan, Nguyen Van Nghi) o cinesi classici (Sun Simiao).
Abbiamo eseguito (con puntura semplice) sedute trisettimanali per un mese (12
sedute). Come collirio si è impiegato un preparato con cianocobalamina e nitrato
d'argento allo 0.1% tris in diem e per bocca somministrato zinco solfato cp
(preparato IDI) da 200 mg due al dì (dopo pranzo e
cena).
Poiché molti AA sostengono che E Bu Shi Cao è attivo sul
"calore degli occhi" abbiamo usato tale principio in due
somministrazioni (dopo colazione e dopo cena) da 1.5 g di estratto
concentrato (Lao Dan) al dì, disciolti in 150 cc di Thè verde con
aggiunta di herba Menthae. Non solo il miglioramento è stato rapido e
progressivo, ma dopo un mese la congiuntiva tarsale ed il citologico apparivano
normali.
Più recentemente abbiamo indagato l’azione
dell’agopuntura combinata con un sistema ad emissione infrarossi (Tinki,
distribuito in Italia da GMT 2000) o da solo nel corso di situazioni di diversa
gravità di artropatia psoriasica. L’artrite psoriasica (AP) o reumatismo
psoriasico è un’artropatia cronica di natura infiammatoria che si riscontra in
malati di psoriasi sia cutanea che ungueale. Le alterazioni osservabili in corso
di AP sono molto prossime a quelle dell’artrite reumatoide, anche se i fenomeni
di necrosi subsinoivale sono più rari ed è presente una fibrosi perivascolare e
pericapsulare.
I vasi sono ispessiti ed è presente una vivace
neoformazione collagenica in sede parivascolare. E’ frequente l’associazione con
alcuni determinanti del sistema HLA, in particolare B38 e B39 nelle forme
periferiche e HLA B27 nella spondialtrite psoriasica. Circa la patogenisi oggi
si ritiene che scaturisca dall’interazione fra assetto genetico predisponte ed
agenti scatenanti (batteri, virus, microtraumi ripetuti) con meccanismi finali
immunologici non ancora identificati (l’R.A. test e l’ANA test sono per lo più
negativi). L’espressione clinica è quanto mai variegata:
· forme
acrali oligo o poliarticolari
· forme spondilitiche
· forme
poliarticolari centrali e periferiche
Secondo la classificazione
tipica (secondo gli zang/fu) dei bi rientra fra le forme da vuoto di yin di
Fegato e di Rene con Calore Vuoto (xu re) (Lin, 1997). Fra l’ottobre 1997 ed il
marzo1998 abbiamo trattato 30 pazienti affetti da AP, di età compresa fra i 24
ed i 51 anni (media 37.5 +/- 0.8), di cui 18 (60%) donne e 12 (40%) uomini. La
malattia durava in media da 3.8 anni ed era associata a psoriasi cutanea diffusa
in 19 casi (63.4%) ed onicopatia psoriasica nei restanti 11 (36.6%%). Le terapie
di fondo (ciclosporina, retinoidi, puva) sono state elimanate nelle due
settimane precedenti l’inizio dello studio. Il trattamento ha
previsto:
A) sedute trisettimanali di agopuntura con aghi a perdere
di 0.30 per 30 mm, della durata di 30 minuti con impiego dei punti: GV 17, PC 7,
LR 3, LR 7 più punti locali sintomatici (da uno a due) secondo le articolazioni
colpite (LU7 per la mano, GB37 per il piede, BL32 per la colonna lombare, ST 35
per il ginocchio, LI 14 per la spalla (ogni paziente ricevava una stimolazione
su 9-11 punti).
B) sedute giornaliere (con riposo domenicale)
con Tinki, orientato sulla zona più colpita (una sola zona per paziente) della
durata di 20 minuti a potenza massima di erogazione infrarossa. Lo studio ha
avuto la durata di un mese. In caso di dolore i pazienti assumevano nimesulide
cp. da 100 mg. Si sono valutati settimanalmente (T0-T4):
· dolore
diurno con scala analogica a 10 punti
· numero medio dei risvegli
notturni
· mg/die di nimesulide
· giudizio soggettivo a 3
punti.
Il risultato è stato complessivamente positivi circa
dolore, rigidità e qualità della vita, con netta riduzione nell’assunzione di
FANS (Di Stanislao et al., 1998). Più recentemente abbiamo prodotto un
protocollo più complesso basato sull’impiego di sola agopuntura in corso di
artropatia psoriasica acuta (Gallluzzo et al., 2000.
I risultati
preliminare, al giugno 2001, rivelano un notevole azione antalgica ed
antiflogista, con netto miglioramento della motilità e riduzione della rigidità
mattutina (Galluzzo et al., 2001). Sempre recentemente (Di Stanislao et al.,
2001) abbiamo pubblicato un lavoro sperimentale sull’azione dell’agopuntura
versus nimesulide nell’edema cutaneo infiammatorio da acido arachidonico,
dimostrando che, la stessa, agisce sui meccanismi a cascata dell’acido
arachidonico e modulare la sua azione antiflogistica (Di Stanislao et al.,
2001).
Abbiamo inoltre indagato sull’azione dei cosiddetti punti Mu
in corso di pollinosi(Di Stanislao C. et al., 1999), verificando non solo
un’azione sintomatologica (rinorrea, ostruzione nasale, vellichio faringeo) ma
un decremento significato dell’ECP sia serico che nasale e delle IgE circolanti
e mucosali. Abbiamo anche condotto esperienze nel cosiddetto prurito sintomatico
o “difficile” (Brotzu et al., 2001). Le attuali classificazioni cinesi prevedono
le seguenti condizioni principali (5-6).
· Vento Esterno
(pifushangfeng) (commisto, sovente, ai Perversi Freddo, Calore o
Umidità).
· Vento da Vuoto di Sangue (fengxuxue).
·
Vento da Vuoto di Energia e Sangue (qixueliangxufeng)
· Vento del
Fegato (ganfeng).
Naturalmente i trattamenti agopuntristici
saranno diversi in rapporto alle etiologie:
- Vento Esterno: Punti
"Vento" e fra questi soprattutto BL12 (fengmen) e GB20 (fengchi) con l'aggiunta
di 5TE (waiguan) che controlla l'ingresso delle xie. In caso di Vento-Umidità
(grattamento che peggiora il prurito, cute gonfia o essudante, lingua umida,
ecc.) si sostituisce al 5TE il punto 6TE (zhigou) che drena l'eccesso di Yang e
libera il biao dall'Umidità (9-10). Sono utili sul punto moxe e coppette di
piccolo calibro per non provocare stravasi.
- Vuoto di Sangue: 6SP
(sanyinjiao), 17BL (geshu) e 20BL (pishu).
- Vuoto di Energia e
Sangue: CV4 (yuanguan), CV 6 (qihai) BL43 (gaohuang) BL53 (baohuang), ST36
(zusanli), LI10 (shousanli). Si possono usare le moxe (jiu).
- Vento del
Fegato: LR2 (xingjian) LR14 (qimen), PC6 (neiguan), GV20 (baihui), GB34
(yanglingquan). E' utile la puntura in dispersione.
Si
dimostrano inoltre dotati di azione sintomatica antipruriginosa i seguenti
punti:
- BL40 (weizhong) con puntura profonda, con ago grosso e
producendo un piccolo sanguinamento (tecnica taichi). Unitamente al punto PC3
(shaohai) libera il biao dal Vento-Calore (combinazione detta delle "quattro
colline", siquan).
- LR8 (ququan), punto di tonificazione, che rinfresca
il Sangue (qingxue) ed elimina il Vento (zhifeng). Molto utile nei pruriti
persistenti e tenaci soprattutto in sede genitale ).
- LI11 (quchi),
punto dermatologico per eccellenza. Disperde il Vento e chiarifica il Calore.
Prevede una stimolazione forte in senso rotatorio.
- GB31 (zufengchi), da
alcuni considerato punto "Vento" della parte inferiore del corpo. E' molto
efficace nei pruriti eczematizzati per grattamento nella parte
sottodiaframmatica del corpo.
- SP10 (xuehai), utile nelle forme
con Calore-tossico (redu) in soggetti sottoposti a lunghe terapie
farmacologiche. Solitamente impiegato in corso di prurito che peggiora durante
le mestruazioni.
- KI7 (fuliu): punto jing-prossimale e punto
"Fuoco". Agisce sia sullo Yin che sullo Yang del Rene. Controlla i Liquidi. Si
usa nei pruriti di grande durata ed intensità e nei soggetti
anziani.
- Baichongwu, punto Extra (FM 21 dell'attuale numerazione
posto una distanza (cun) sopra al 10SP (xuehai), molto attivo nei pruriti con
essudazione o sovrainfezione.
- Punti auricolari: apice dell'elice ed
apice dell'antitrago, ritenuti dotati di azione rispettivamente antistaminica ed
antiflogistica, quest'ultima per incremento del cortisolo
endogeno.
- Punti di rinofaciopuntura relativi al Polmone, alla
Milza, al Fegato ed al Ren. In caso di forte componente psichica si usa il punto
Cuore (radice del naso, al centro) unitamente allo ershenmen ed ai punti
somatici 7H (shenmen) e BL15 (xinshu).
Infine una nostra
ricerca osservazionale ha dimostrato che, utilizzando una dieta adeguata e
calibrata anche sulla tipologia individuale secondo la MTC, si può ottenere, già
dopo un anno, una netta riduzione delle reagine circolanti ed un decremento
radicalico tale da ridurre numero, durata e gravità di crisi allergopatiche sia
cutanee che respiratorie (Bologna et al., 1999). Questa ricerca dimostra che
oltre all’agopuntura ed alle piante medicinali la MTC offre mole altre
possibilità pratiche anche preventive in campo medico e sociale (AAVV, 1997).
Tuttavia solo applicando il modello tradizionale è possibile comprendere come
instaurare razionali ed efficaci terapie, certamente valutabili sotto il profilo
scientifico, ma necessitanti di scelte secondo i classici ed i canoni
consolidati dalla storia (Andrès, 1998). In definitiva si tratta di conciliare
da un lato una disciplina che cura il singolo e non un’entità astratta
costituita dalla malattia e la necessità di ricerche che non possono portare a
conclusioni di tipo aneddotico (Caspani, 1983; Caspani, 2001).
I
gruppi che si riconoscono nella Società Italiana di Agopuntura si sono attivati,
negli ultimi anni, in questa specifica direzione e, in vari campi, hanno saputo
strutturare ricerche sulla efficacia e la tollerabilità dell'agopuntura
tradizionale e degli altri aspetti della MTC nel corso di affezioni varie di
elevata incidenza e difficile management farmacologico (Di Stanislao, 1999). Del
tutto recentemente, occupandoci di dermatosi da stress, abbiamo infatti notato
come leggendo i dati attuali sulle diverse fasi dello stress
(allarme-adattamento-esaurimento) in chiave psiconeuroimmunoendocrina è
possibile, attraverso i classici, intravedere azioni agopunturistiche distinte
sulla Weiqi prima, Yinqi e Shen poi e sul Jing in fase di esaurimento terminale
(2001). Questi dati, raccolti in poco più di quattro anni, sono significativi ma
non validati sotto il profilo della medicina delle evidenze
(ECM).
Nonostante oggi si disponga di una discreta gamma di
strumenti, in letteratura gli studi clinici sulle Tecniche Alternative e e non
Convenzionali (TANC) non sono ancora condotti principalmente attraverso disegni
controllati di cui molti con randomizzazione. E’ stata anche redatta una sorta
di “manifesto metodologico” in sette punti in cui si afferma che i metodi
scientifici quantitativi possono essere ritenuti gli strumenti più soddisfacenti
per la maggior parte degli studi sulle TANC (Melzack, 1984; Lee S.T., 2000;
Lewith et al., 2000), ma pochi medici agopuntori ne hano recepito le
indicazioni.
Per loro natura, tuttavia, questi metodi offrono
un modello semplificato e generalizzato che è tanto meno efficace quanto
maggiore è la complessità dell’oggetto di indagine. La perdita di informazione
che ne deriva comporta una perdita di precisione nella misura del fenomeno, una
maggiore indeterminatezza dei risultati e minori predittività e ripetibilità.
Sul British Medical Journal apparve nel 1996 un articolo, più volte citato nella
letteratura specifica, fortemente critico nei confronti della supposta
superiorità del SCR (Studi Controllati e Randomizzati) rispetto ad altri metodi
di indagine nella ricerca clinica in generale.
Tra i principali
motivi citati nell’articolo val la pena di sottolineare il concetto di
inadeguatezza che viene colto attraverso una bassa validità esterna o
generalizzabilità dei risultati. Si citano almeno tre ragioni: il contesto
professionale (motivazione o convincimento degli operatori chiamati alla
sperimentazione), i criteri di esclusione spesso troppo rigidi (i pazienti
idonei rischiano di essere poco o nulla rappresentativi della pratica corrente)
e la possibile distanza dei trattamenti standard utilizzati in ricerca da quanto
effettivamente svolto nella realtà clinica di tutti i giorni, per opporsi a tali
linee-guida (Keini H., 1999). Come conseguenza di questi problemi, gli SCR
offrono generalmente un’indicazione di efficacia piuttosto che di effettività. A
conclusione viene auspicato l’utilizzo complementare di metodologie sperimentali
versus metodiche osservazionali in quanto le prime fornirebbero stime
sull’effetto minimo mentre le seconde sull’effetto massimo (Tarocchi A., 2000;
Critchley J.A. et al., 2000).
Secondo l’orientamento attuale,
in medicina il processo di verifica e successiva validazione dell’osservazione e
della pratica empirica passa attraverso il concetto di “Medicina Basata
sull’Evidenza” per arrivare al massimo grado di raccomandazione costituito
dall’inserimento all’interno di linee-guida. Nello studio della TANC, gli
strumenti comuni di ricerca clinica si dimostrano inadeguati poiché introducono
degli artefatti e riducono la descrizione dei fenomeni a modelli quantitativi
astratti (Vickers A. et al., 1997; Vickers A. et al., 1998; Vickers A., 1999;
Keine H., 1999).
Per una convincente validazione di quanto
osservato nella pratica clinica sarebbe preferibile un uso diversificato e
complementare di più strumenti, anche molto distanti fra loro, al fine di
cogliere ogni aspetto della complessità di quanto esplorato, conservando
l'informazione in esso contenuta. Accanto al rigore formale è auspicabile anche
una visione di insieme il più possibile libera da pregiudizi ed animata da una
costante riflessione su ogni aspetto della medicina e della scienza. Solo così
si aprirà la strada alla conoscenza ed alla validazione scientifica degli
aspetti più oscuri e sfuggenti relativi alle medicine alternative non
convenzionali (Ernst E., 1999).
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Indirizzo per
chiarimenti
Carlo Di Stanislao, Via CEE, 12, 67100
L’Aquila
Tel. 0862317676 - Fax 0862313500 (preavvertire) - E-mail:
amsaaq@tin.it
*
Relazione presentata al Congresso Euro-Cinese su “Agopuntura e MTC nel III
millennio”, Organizzato dall’Accademia di Storia di Scienze Sanitarie, Ospedale
Monumentale S. Spirito, Roma, 30 novembre 2 dicembre 2001. Patrocini di SIA,
FISA, AMSA, Istituto Italo-Cinese, Ministero della Sanità della Repubblica
Popolare Cinese, Ministero degli Affari con l’ Estero.
Si
ringraziano per la preziosa collaborazione:
- Prof.G. Bologna, Direttore
del Dipartimento di Medicina e della UO di Dermatologia-Centro Allergologico, PO
S. Salvatore, ASL 04 L’Aquila.
- Prof. Stefano Stefani, Direttore del
Dipartimento di Radiobiologia dell’Università di Catanzaro.