L'agopuntura nel trattamento delle cefalee
Carlo Di Stanislao[*]
Sommario: In questo capitolo, dopo una breve definizione di “medicine
complementari”, si analizza lo stato attuale, la diffusione, le problematiche
relative alla ricerca e all’accreditamento dell’agopuntura. Nell’introduzione
si tracciano considerazioni generali relative alla teoria energetica
tradizionale e se ne analizza la storia dalle origini ai nostri giorni. In
successive sezioni si individuano i principali meccanismi d’azione, l’efficacia
dimostrata sul dolore e, infine, i dati relativi alle cefalee. Quest’ultimo
paragrafo si suddivide in tre parti: inquadramento tradizionale, evidenze
scientifiche e, infine, bevi note su alcune recenti ricerche italiane.
Parole chiave: agopuntura, medicina tradizionale cinese,
elettroagopuntura, moxa, analgesia, cefalea.
Introduzione
Milioni
di persone nel mondo occidentale (USA, Europa, Canada, Australia, ecc.) si
sottopongono regolarmente a trattamenti agopunturistici, con tassi di risposta
complessivamente soddisfacenti in tutta una serie di disturbi algici e disfunzionali
dell'apparato osteoarticolare, del sistema nervoso, del tubo digerente, di
natura allergologica, ecc (N.I.H., 1997; FONOMeCo, 1999; N.I.H., 1996). Una
recente ricerca statunitense (Cassidy B.C., 1999) che ha coinvolto circa 600
utenti, ha permesso di delineare alcuni caratteristiche generali relative alla
tipologia dei pazienti, delle patologie e dei risultati conseguiti, nel mondo
occidentale. L’89% dei pazienti è di
classe media, di età compresa fra i 30 e i 50 anni, laureata e di origine europea.
Nel 63% dei casi ci si rivolge all’agopuntura
per patologie non algiche o osteo-articolari (epatite, diabete,
ansia-depressione, insonnia, infezione HIV, infertilità, ecc.). Nel 91.5% dei casi i sintomi sono giudicati
scomparsi o ridotti a fine trattamento e soltanto nello 0.7% del totali si
denuncia, a fine terapia, un aggravamento (effetto nocebo). Risultati analoghi
erano stati raccolti relativamente al periodo 1990-1997, in una ricerca che
aveva coinvolto oltre 20.500 pazienti ed alcune centinaia di medici di base
(Romsay V., 1998). Per i dati italiani vi è maggiore incertezza. Una ricerca
dell'ISTAT realizzata nel 1999 e condotta su 20.571 famiglie ci afferma che il
3% circa della popolazione nazionale fa ricorso all'agopuntura, contro il 3,8%
per la fitoterapia ed il 4,6% per l'omeopatia. Inoltre, sempre nel 1999, l'Istituto Superiore di Sanità ha varato (con
finanziamenti erogati dal Ministero della Sanità) un progetto sulle MNC, che
ha, come obbiettivi dichiarati, la verifica della richiesta, la descrizione
dell'offerta, il controllo della qualità delle prestazioni erogate ed i
rapporti costo/beneficio. Il responsabile del programma, prof. Roberto
Raschetti, ha recentemente dichiarato che occorre, senza pregudizi, mettere a
disposizione tutte le terapie di provata efficacia, siano esse convenzionali
che non convenzionali (Benelli E.,
2000).
Poiché
il numero e la durata dei trattamenti nonché i punti specifici utilizzati
possono variare tra un trattamento e l'altro e tra diversi individui pure
affetti dalla medesima patologia, è molto difficile strutturare indagini in
grado di avvalorare scientificamente questa pratica (FNOMeCo, 1999). Tuttavia
esistono ricerche di qualità in numero sufficiente per permettere di valutare
l'efficacia di questa millenaria metodica in tutta una serie di condizioni
patologiche a carattere cronico e a diversa eziopatogenesi (N.I.H., 1997). Di
gran lunga la maggioranza degli studi sull'agopuntura esistenti nella
letteratura biomedica (Lao L., 1996) riguarda segnalazioni di casi singoli o
casistiche poco omogenee e pertanto con risultati poco valutabili sotto il
profilo scientifico.
Pochissimi
sono i lavori che misurano l'efficacia dell'agopuntura differenziadola rispetto
al placebo oppure rispetto ad un altra tecnica controllata ed un protocollo
rigidamente predefiniti. Tuttavia le casistiche cliniche prodotte (aneddotiche
o aperte e sequenzali) hanno fornito risultati tali da indicare che la maggior
parte dei soggetti risponde all'agopuntura e solo una minoranza di essi può
definirsi non responsiva (Helms J.M., 1996). Un altro problema riguarda i
meccanismi d'azione che, parzialmente riconosciuti, non sono del tutto noti
(S.I.A., 1999). Le risposte biologiche verificate sugli animali e sull'uomo si
suddividono in locali e a distanze e sono mediate dall'attivazione del sistema
nervoso sensitivo con effetti segmentari ed extrasegmentari che interessano
vari livelli del sistema nervoso centrale e di quello autonomico attraverso
variazioni degli oppioidi endogeni nel midollo spinale e lungo tutto l'asse
encefalico fino alla neocortex (Stux G., 1995; Dumitrescu J.F.., 1995).
Sono
inoltre emerse azioni a livello sia ipotalamco che iposifario e sulla
modulazione secretiva di neuro-ormoni e neurotrasmettitori, nonché variazioni
del flusso ematico sia centrale che periferico (N.I.H., 1997). Esistono anche
studi recenti su variazioni del sistema immunitario con azione sia
immunomodulanti che immustimolanti, le quali possono giustificare alcune fra le
indicazioni classiche dell'agopuntura (Sabelli I., 1988; Patel M. et al., 1989;
Helms J.M., 1996; N.I.H., 1996; Cheng X.D et al., 1997; Zhang Y. et al., 1996; ). Il National Institute of Health ha sostenuto
che " i dati a sostegno dell'agopuntura sono in realtà solidi quanto quelli
esistenti per altre terapie mediche occidentali largamente accettate"
(N.I.H., 1997), con un minor numero d’effetti collaterali e con procedure
tecniche che sono ben tollerate dal paziente (Vedi Tabb. 1 e 2). Un esempio è
offerto dalla patologia muscoloscheletrica (fibromialgia, sindromi miofasciali,
epicondiliti, ecc.) in cui l'agopuntura si è rivelata efficace quanto i FANS e
gli steroidi iniettivi locali, ma con un numero infinitamente minore d’effetti
collaterali (Patel M., et al., 1989;
Ter Riet G. et al, 1990; Zhu C.B. et al., 1995).
Riconosciuta
in Italia come atto medico da circa 20 anni (Calò V., 1995; Gatto R., 2000),
l'agopuntura è una complessa metodica terapeutica con molti lati ancora da sperimentare
e da capire, ma che offre risultati favorevoli e rapidamente fruibili da parte
di un largo pubblico (FNOMeCo, 1999). Restano da chiarire non pochi problemi,
oltre a quelli della ricerca sui meccanismi, sugli studi controllati e sulle
impostazioni metodologiche (N.I.H., 1997). Ad esempio l'addestramento e
l'accreditamento dei sanitari, questioni che, in campo europeo, sono state
affrontate in modo molto dissimile e variegato (Ateiler Europeo di Agopuntura,
1990; Legein W., 1997; FNOMeCo, 1999). Francia, Olanda e Germania hanno
regolato l'agopuntura e la Medicina non Convenzionale (MNC), mentre in altri
paesi (Austria, Svizzera, Belgio, Lussemburgo), si sono registrate forti
resistenze al suo riconoscimento. Molo più organizzata la situazione fuori
all’Europa. Negli ultimi anni sono stati
attivati dipartimenti universitari di formazione e sviluppo in agopuntura e MTC
in Canada, India, Australia, Brasile e Messico (Rogers C., 1997; Bhalla K.S.,
1997).Autorevoli studiosi di Medicina non Convenzionale sostengono che esse
vanno studiate secondo canoni scientifici ed inserite nel contesto biomedico,
al fine di garantire opzioni e modernità ad ogni sistema sanitario. Altri
obiettano che occorre individuare strategie di ricerca tali da garantire la
libertà di personalizzazione della terapia, caposaldo del trattamento
agopunturistico (N.I.H., 1997; Kiene H., 1999).
Se
le attuali banche dati (Medline della National Library of Medicine, EMBASE,
AMED, CISCOM, MANTIS, ACULARS, Cochrane Library Database of Systematic Review)
(Hayhohe S., 1995;Barnes J., 1999; Di
Stanislao C. et al., 2000; Pagliarello R. et al., 2000) forniscono un gran
numero di evidenze, queste non sempre corrispondono ai criteri di scientificità
previsti dalle ricerche attuali. Per valutare l’efficacia dell’agopuntura in
svariate patologie, occorreranno studi che, o si sviluppino “in chiave
prospettica” con osservazioni condotte su un numero sufficiente di malati
cronici, seguiti per un lungo periodo di tempo, ovvero raccogliendo informazioni
osservazionali molto chiare e documentate, consentano di valutare in modo
oggettivo le caratteristiche del paziente, gli interventi ed i risultati nella
pratica quotidiana. Un altro strumento epidemiologico, verso cui è orientata
anche l’OMS, è costituito dai trails programmatici controllati, che confrontino
tipi diversi di terapia anche in rapporto all’accettazione del paziente (Kine
H., 1999; Di Stanislao C. et al., 2000). Circa gli effetti collaterali relativi
al trattamento agopunturistico (Cheng T.O, 2000; Bensoussan et al., 2000), i
pneumotoraci, gli stravasi ematici, le sindromi vasovagali, gli incidenti
mortali, ecc., legati alla pratica
agopunturistica sono rari e si debbono, principalmente, a scarsa conoscenza
tecnica ed anatomica. Recenti analisi su
casistiche molto ampie ci indicano un’incidenza d’effetti indesiderati nello
0,002% dei casi (fino ad un massimo dello 0,14%), nella quasi totalità dei
quali è evidenziabile negligenza da parte degli operatori(Bensoussan et al.,
2000). Anche per questo motivo si può ritenere che, allo stato attuale,
l'agopuntura vada affidata a mani esperte ed esclusivamente a medici i quali,
non solo ne sappiano cogliere le specifiche indicazioni, ma conoscano anche i
rischi connessi con particolari tecniche (coppette, moxe, agopuntura
transifissante) o relativi a determinati distretti (torace, inguine, regione
del collo, ecc.).
Principi
teorici tradizionali e storia
L'agopuntura
è una forma di terapia medica che si avvale della stimolazione di determinate
zone cutanee a mezzo dell'infissione di aghi metallici, con lo scopo di
raggiungere un equilibrio da qualsiasi causa alterato. Questo tipo di arte
medica, che la tradizione fa risalire a circa 5.000 anni fa, contrariamente a quanto si crede, non è
valida solo per la terapia del dolore, bensì per quasi tutte le alterazioni
patologiche. Il meccanismo in base al quale detta forma di
terapia agisce può essere inteso
in due modi. Dal punto di vista orientale le malattie sono dovute ad un
alterato equilibrio delle due manifestazioni (lo YIN e lo YANG) dell'Energia
dell'Universo, energia grazie alla quale
noi viviamo e la cui anormale o difficoltosa circolazione nel nostro organismo
genera lo stato morboso., gli aghi, infissi nei punti di affioramento dei
canali energetici (detti meridiani), fanno si che, quasi generando un corto
circuito, si ristabilizzi la normale circolazione energetica (Granet M., 1954;
Granet M., 1971; Young J.D., 1983; Calò V., 1995; Santangelo P., 1995).
Principi
teorici tradizionali e storia
Sebbene
i meridiani siano molto numerosi, 12 sono i principali (Calò V., 1995). Esempi
di meridiani principali sono riportati nelle Figg. 1 e 1bis. Indubbiamente l'origine di curare con gli
aghi e con le moxa è molto antica, e la tradizione cinese la fa risalire al
tempo alla stessa comparsa dell'uomo sulla terra (Graham A.C., 1989; Robinet
I., 1991). Nel periodo paleo e neolitico l'uomo ha adoprato gli strumenti di
pietra per procurarsi il cibo quotidiano, e forse ha scoperto l'applicazione
della stessa pietra e del fuoco per curare e guarire le malattie. Probabilmente
durante l'uso degli strumenti di pietra o nel maneggiare il fuoco, l'uomo preistorico osservò per caso degli
effetti terapeutici secondari a lesioni provocate durante il lavoro di tutti i
giorni. Quindi è verosimile che, prima ancora dell'uso di droghe o farmaci,
gli sciamani delle varie tribù abbiano
curato le malattie con aghi formati da schegge di selce o di giada (come del
resto è stato confermato dai ritrovamenti archeologici). Tutto quanto esposto è
valido anche per ciò che concerne la stimolazione dei punti di agopuntura a
mezzo del calore, che ancora oggi avviene con le Kao o Moxa, cioè dei piccoli
coni di polvere di Artemisia incendiati e posti sulla cute.
Principi
teorici tradizionali e storia
La
moxibustione consiste nello scaldare punti di agopuntura o segmenti dei
meridiani, mediante l’impiego di bastoncini di Artemisia vulgaris, che
sviluppano, durante la combustione, una grande quantità di raggi infrarossi,
diffusi in modo costante. Il metodo (in cinese jiu), è molto antico. Un testo
divulgativo per i cosidetti “medici plebei” (ling i), composto di otto
diagrammi, del VI secolo d.C. e conservato al Bitish Museum di Londra, cita solo il nome dei tratti energetici, per
questo si ritiene che, anticamente, non i punti ma i meridiani fossero oggetto
di terapia riflessa mediane massaggio e moxibustione. Il primo trattato completo di moxibustione (o
ignipuntura) (1.050 d.C.) si intitola Hsi Fang Tzu Ming Thang Chiu Ching (Manuale
di moxibustione per il microcosmo) e fu
scritto da un maestro di cui resta solo il soprannome: Maestro della
Direzione Occidentale. La scuola della moxa descrive anche la metodica dell'ago
tiepido e del riscaldamento con alito ma li considera poco validi. Un'altra
tecnica descritta e' quella della immersione, prima della puntura, dell'ago in
acqua bollente.
Principi
teorici tradizionali e storia
La
tecnica più in voga durante dal periodi Ming e Qing in poi e' quella della moxa
indiretta con sigari chiamati "bastoncini magici del tuono e del
fuoco", prodotti da Artemisia essiccata, macinata e commista ad altri
ingredienti (piante medicinali, zenzero secco, ecc.). Il sottile avvolgimento
interno e' composto da carta di gelso, l'esterno da carta più spessa. La
distanza dal punto o dal tratto sara' di 2 cun (il pollice cinese, pari a circa
due dita trasverse).Il sigaro deve essere impugnato come una penna. Il calore
percepito deve essere consistente ma non spiacevole. I casi di grave eccesso
di Yang o vuoto severo di Yin, le forme di cefalea recente, ipertensione, gli
stati febbrili acuti e cronici sono controindicazione alla moxa. La tecnica
della moxibustione e' utile nei casi di vuoto severo di Yang, nella
penetrazione di energie perverse esterne di tipo Yin (freddo, umidita'), ma
puo' essere usata nel falso calore da vuoto di Yin (alcune forme di
ipertensione si trattano, in Cina, con moxe sul 39GB).
Principi
teorici tradizionali e storia
Attualmente
in Cina si vive una grande enfasi attorno alle virtù della moxibustione. I
cinesi di oggi ricordano l'adagio del Lingshu cap. VII: "Quando gli aghi
falliscono usare la moxa" (jiu)., ed ancora citano assiomi classici come:
" quando la malattia e' grave applicare la moxibustione"., "la
moxibustione e' il primo intervento per salvare la vita". Attualmente
fioriscono in Cina (ed in altri paesi) gli studi sull'impiego della moxa nei
deficit immunitari. Studi su ratti (condotti da Chen Yanjiang ed al., Collegio
di Medicina Tradizionale dello Zhenjiang, Jiangsu) del 1993 hanno dimostrato
che la moxa stimola la batteriolisina ematica, l'anticorpopoiesi splenica, il
titolo anticorpale, il livello della blastizzazione linfocitaria (Pulcli N. et
al., 2000). Ricerche su malati di AIDS dimostrano il ruolo attivo (accanto a
specifiche terapie chimiche) della moxibustione e della farmacoterapia cinese
in pazienti a vari livelli di Sindrome da Immunodeficienza Acquisita.
Principi
teorici tradizionali e storia
Un
gran numero di lavori a cura dell'Istituto di Agopuntura e Meridiani, Collegio
di Medicina Tradizionale di Anhui, Hefei e Collegio di MTC di Hebei, in
collaborazione con l’Accademia Cinese di MTC di Pechino, sono stati pubblicati
all’inizio degli anni novanta. In essi si e' dimostrato che la moxa indiretta
sui punti Dazhui e Yuanguan determina, sia nel topo che nell'uomo, aumento del
rapporto CD4/CD8.Inoltre la tecnica detta "moxibustione con
suppurazione", descritta da Sum Simiao durante l'epoca Tang, e' in grado
di agire, come preventivo, in corso di varie malattie infettive (malaria,
influenza) e di stimolare le difese immuni dell'organismo (complemento,
properdina, mico e batteriolisine ematiche, interferone, potere fagocitante,
ecc.). Punti principali da trattare sono: Guanyuan,
Shenque, Qihai, Zusanli, Gaohuang (Di Stanislao C., 1993).
Principi
teorici tradizionali e storia
Più
intensa e' la stimolazione e più duratura la cura, maggiori risultati si
ottengono. Il maggior esperto cinese di moxibustione (prof. Zhou Meisheng) ha
descritto ottimi risultati (seguendo il testo "Prescrizioni di
moxibustione per il Gu Zheng Bing di Cui
Zhiti del periodo Tang), con metodiche complesse dette "del calore profondo",
del "trattamento incisivo degli organi e visceri", delle "moxe
su strati sottili di erbe", anche in corso di malattie autoimmuini come:
tronboangoite obliterante, sclerodermia, artrite reumatoide, tiroidite di
Hashimoto (Pulcri N. et al., 2000). Uno
studio sperimentale condotto su ratti dall'Istituto di Agopuntura e Meridiani,
Collegio di MTC dello Anhui, Hefei, nel 1993 su ratti sperimentalmente infettati
con leptospire patogene (test sierologici postivi con agglutinine IgG
specifiche, neutrofilia, ittero, petecchie, perdita di proteine e cilindruria),
hanno mostrato che la moxibustione dei punti Shenshu, riduce le complicanze
(iperazotemia, insufficienza renale).
Principi
teorici tradizionali e storia
Attualmente
le tecniche più usate sono quelle che prevedono impiego di sigari o di Artemisia
pura o variamente composti (tai yi schen jiu fa con Canfora, Notopterigium,
Cinnamomum cassia., lei huo jiu fa con Artemisia capillaris, Zenzero, Acquilaria,
tai i jiu fa con Angelica, Cannella, erba Asari., nien Ying jiu fa con
Artemisia e Salvia., “bastoncini a carboncino” con Artemisia, Cannella,
Incenso ed altro, che non determinano cattivo odore., “bastoncini di Akebane”
con solo incenso, da usare sui punti delle estremità delle dita e su punti
particolari come GV1 e CV1, ecc). Utili anche i conetti autoadesivi di
produzione giapponese ("ibuki.moxa") con una base di cartone,
indubbiamente più costosi, ma che permettono un trattamento contemporaneo su
più punti.
Principi
teorici tradizionali e storia
Vi
sono poi scatole per moxa che tenute sull’area interessata da deficit (xu) e da
freddo (han), combattono i dolori della
schiena e dell'addome. Talvolta i contenitori sono scatole metalliche (fen Yang
pai) che si applicano sulla cute con interposizione di un panno (il metodo e'
usato per donne, neonati e bambini con cute molto sensibile).Altri strumenti
(come il cavalletto di bambù, xun jiu qi) sono impiegati per tenere ferma la
moxa su un punto, senza rischiare di
ustionare la cute del paziente. A partire dal classico "Qian Jin Yao
Fang" (Prescrizione dei mille ducati) del periodo Tang, sono in uso
moxibustione indirette (jian jie jiu) con interposizione di sostanze attive
(Pulcri N. et al., 2000):
-
sale (ge yan
jiu fa) nelle malattie di tipo Yin e da freddo (8CV ripieno di sale più cono di
moxa nelle diarree incoercibili da freddo e da vuoto in età pediatrica).,
-
aglio (ge suan
jiu fa) (piaghe, ulcere, tubercolosi, ascessi in fase iniziale, ecc.).,
-
zenzero (ge
jiang jiu fa) nei deficit del sistema digestivo e dello Yang in generale.,
-
aconito (fu zi
jiu fa) si prepara un impasto di 2.3 mm d’aconito fresco, vino, miglio ed
alcool. L’Aconito è piccante, libera la
superficie e tonifica lo Yang. Utile per impotenza, pustole, spermatorrea.,
-
argilla (huanj
tu ju fa) per malattie della pelle causate dall'umidita' (come gli eczemi).
La moxa è molto impiegata dalla medicina tradizionale
giapponese che la chiama moe kusa (erba che brucia) e l'impiega nelle patologie
refrattarie all'agpuntura, sia scaldando punti in combinazione (shu-mu o
yuan-luo) o interi tratti meridianici (Bernini A., 1999).
Dopo la scoperta dei metalli anche gli aghi vennero forgiati, in rame prima ed in ferro dopo, abbandonando così i grossi aghi di pietra che certamente non dovevano essere agevoli da maneggiare. E' possibile che risalgano alla dinastia XIA (2.100 a.C.) i nove tipi di aghi tradizionali: 4 filiformi, 2 a lancetta, 1 a bisturi, 1 triangolare ed 1 a spatola. Ciò è infatti descritto nel primo capitolo del NEI Jing dove l'Imperatore HUANG DI comanda al suo medico di corte QI BO: "Io non voglio che il mio popolo assuma tisane di prodotti tossici., desidero che sia curato con i piccoli aghi di agopuntura". E' infatti il NEI Jing il primo trattato di medicina cinese che tratta del problema degli aghi, e che sarebbe opera del mitico Imperatore Giallo HUANG DI, Patrono dei medici e degli alchimisti., questo trattato è presentato come un dialogo tra l'Imperatore e il suo medico QI BO, e tratta dei problemi concernenti le malattie.
Esso è diviso in due parti: il SU WEN o quesiti essenziali, e il LING SHU o libro degli aghi. Sicuramente l'opera originale nel susseguirsi dei secoli ha subito molti rimaneggiamenti ed interpolazioni da parte dei trascrittori., ma è colpa soprattutto di un grande evento storico se questa opera ci è giunta incompleta. Nel III a.C. la Cina era costituita da un insieme di piccoli reami che cercavano di annettersi l'un l'altro (periodo degli Stati Combattenti)., il più potente si rivelò essere il Regno di QIN, che sotto l'impulso del suo re riuscì a realizzare in pochi anni per la prima volta l'unificazione della Cina. Ed il suo sovrano divenne il primo Imperatore della dinastia QIN con il nome di QIN SHI HUANG DI. Questa specie di "Cesare" cinese, una volta unificato l'Impero, estese a tutto il territorio la centralizzazione militare e civile del suo regno: fece spostamenti in massa della popolazione, unificò pesi e misure, costruì strade e terminò la Grande Muraglia, unificò gli assi dei carri e seppe rompere i regionalismi più ostinati.
Divise l'Impero in 36 comandi amministrati ognuno da un governatore civile, uno militare e da un sovrintendente. Il suo primo ministro compi un'altra opera importantissima: unificò i caratteri scritti che in quei tempi erano diversi in ogni reame. Questo regno autocratico aveva quindi distrutto l'autorità dei vecchi aristocratici, i dotti non erano più richiesti dei loro consigli, e si trovarono esautorati anche nel campo dell'insegnamento. Cominciarono quindi ad opporsi a questo regime centralizzato e limitatore delle libertà intellettuali., e per eliminare questa opposizione l'Imperatore non trovò di meglio che bruciare tutti i libri. Difficoltà quindi di ricostruire i vecchi testi, che sono giunti sino a noi incompleti e con errori molteplici da parte dei trascrittori. Però da allora numerosi altri testi si sono susseguiti, ed una letteratura ricca di migliaia di volumi è stata dedicata all'agopuntura.
Del I secolo d.C. sono da ricordare il NAN Jing (Libro delle difficoltà) e lo SHANG HAN LUN (Trattato del freddo nocivo). Nel III secolo d.C. è pubblicato il Jing KUI YAO LUE (Ricette dello scrigno d'oro), che è considerato per importanza la seconda opera di MTC dopo il NEI Jing. Alla fine di tale secolo viene pubblicato il "MAI Jing" o Trattato dei Polsi, nel quale si stabiliscono i criteri della circolazione energetica e il suo apprezzamento ai polsi periferici radiali. Dal VI secolo l'agopuntura fu insegnata dai "maestri" ed anche l'insegnamento venne codificato., sempre in questo stesso periodo l'agopuntura viene esportata, soprattutto in Giappone che da allora invia periodicamente in Cina degli studenti. Nell'undicesimo secolo l'insegnamento dell'agopuntura diviene un insegnamento indipendente e non è più compreso in quello di scienze o di religione., all'incirca in questo periodo è datata la fusione della statua bronzea a grandezza naturale che serviva a scopo didattico e giudiziario.Alla fine del 1500 è pubblicato il ZHEN JIU DA CHENG, grande trattato in 10 volumi di agopuntura e moxa che riassumeva tutto il sapere agopunturistico precedente.
All'inizio del diciassettesimo secolo il governo edita un grande trattato in 12 volumi (Lo specchio d'oro della medicina avita) nel quale si descrivono minuziosamente le tecniche manuali degli aghi e delle moxa, e i canti mnemotecnici per i punti WU SHU. E così continuò sino al l9° secolo quando, con la cosiddetta occidentalizzazione, l'interesse dei dirigenti della amministrazione pubblica in Cina mostrò entusiasmo per la medicina occidentale sino a proibire l'uso dell'agopuntura e delle altre forme di terapia tradizionale., ma per il popolo gli aghi e le moxa continuarono ad essere considerati i principali mezzi terapeutici. Nel 1944 il Presidente Mao Ze Dong prescrisse agli agopuntori di apprendere nozioni di medicina occidentale, e ai laureati in medicina nelle Università statali di studiare la medicina tradizionale cinese.
Per quanto concerne la diffusione dell'agopuntura al di fuori dei confini cinesi, probabilmente furono le migrazioni dei Mongoli e le loro successive conquiste a far conoscere questa metodica terapeutica in Europa e in Africa. Anche i Missionari della Compagnia di Gesù portarono l'agopuntura in Europa, e sono stati i primi occidentali che hanno cercato di studiare e di capire questo tipo di medicina. In seguito, malgrado numerosissimi Autori medici e no avessero scritto molto sull'argomento agopuntura, questa terapia non riuscì a mettere radici in Europa, ed è soltanto nel 1930 che prese nuovi sviluppi.
E' merito di Soulié de Morant
che, anche se non medico ma appassionato sinologo, funzionario d'Ambasciata in Cina, al suo
ritorno in Francia scrisse e pubblicò un grande trattato di agopuntura cinese
(Pagliarello R. et al., 2000).
Il
resto è storia d'oggi.
Tab.
1. Principali patologie trattabili con
agopuntura secondo il N.I.H. (1997) |
·
Ansia ·
Cefalea ·
Dolore da
estrazione dentaria ·
Emesi post-chirurgica
e da chemioterapia ·
Epicondilite ·
Lombalgia ·
Oteoartrite ·
Recupero
motorio dopo ictus ·
Rinite ·
Tunnel
carpale |
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I Fondamenti Scientifici
La
letteratura scientifica concernente l'agopuntura presente nella maggior banca
dati medica, Medline, registra nel periodo compreso fra il 1966 e l'ottobre
1999[†], la pubblicazione di 7170 lavori di ricerca
che vengono evidenziati immettendo i termini "acupuncture not JN",
ovvero omettendo quelle pubblicazioni che contengono il termine acupuncture nel
nome del giornale ma che non la riguardano
come argomento. Se evidenziamo le pubblicazioni di argomento clinico che sono
1013 ne rimangono 6157.
Una
prima selezione che elimina tutti i lavori in lingua russa, cinese e tedesco,
isola una raccolta di 1055 pubblicazioni, 731 delle quali pubblicate su riviste
contenute nei Current Contents (con impact factor), suddivise nei seguenti
argomenti che riguardano rigidamente la ricerca di base (Ceccherelli F.,
Gagliardi G., 2000).
Argomento
Numero di Lavori
Meccansimo
d'azione (56)
Ricerca
di base sul punto di agopuntura (75)
Agopuntura
e meridiani (39)
Analgesia
agopunturale (241)
Tolleranza
agopunturale (36)
C.fos
ed agopuntura (12)
Agopuntura
ed oppioidi endogeni (103)
Agopuntura
e serotonina (52)
Agopuntura
e dopamina (29)
Agopuntura
e Gaba (13)
Stimolazione
agopunturale ed ortosimpatico (39)
Stimolazione
agopunturale e parasimpatico (32)
Agopuntura
e dolore viscerale (24)
Agopuntura
muscolare e fisiologia (43)
Stimolazione
agopunturale ed ormoni (69)
Stimolazione
agopunturale e neuropeptidi (36)
Agopuntura
ed immunità (33)
Interazione
agopuntura e farmaci (123)
Come
si può vedere siamo di fronte ad una mole di conoscenza notevole ed articolata
che fa dell'agopuntura la tecnica complementare più conosciuta nei suoi
meccanismi d'azione e nei suoi effetti terapeutici. Ai nostri fini ci
concentreremo sull'azione antinfiammatoria
e sulle variazioni prodotte nei livelli di C-fos.
L’agopuntura con stimolazione manuale degli aghi è stata vista
essere utile nell’inibire l’infiammazione neurogena. Per infiammazione
neurogena (NI) si intende quella componente del processo infiammatorio, mediata
unicamente dal sistema nervoso, dovuta alla liberazione di neuromediatori,
quali la sostanza P ed altre neurochinine, dalle terminazioni nervose libere
(Barnes P.J., 1990; Barnes P.J. et al.,
1992.).
Una volta rilasciati, questi neuromediatori comportano
vasodilatazione, aumento della permeabilità vascolare, edema ed attivazione
della risposta cellulo.mediata, fenomeni responsabili dei segni classici del
processo infiammatorio: rubor, tumor, calor, dolor.
La modulazione della componente neurogena della flogosi può avvenire con meccanismi diversi(Barnes P.J., 1990; Barnes P.J. et al., 1992):
. inibizione del rilascio dei neuropeptidi dalle terminazioni
nervose libere (es. oppioidi ed oppiacei)
. rilascio di antagonisti recettoriali
. Incremento della degradazione enzimatica dei peptidi stessi.
Tra NI e dolore sembra esserci una stretta associazione., l’eccitazione delle fibre C, con stimoli elettrici o chimici evoca entrambi i fenomeni dolore e NI, la sostanza P presente in queste fibre sembra essere il mediatore comuni (Chen S.H.H. , 1984; Chan H.T., 1978; Chen L. et al., 1986; Ceccherelli F. et al., 1996; Ceccherelli F. et al., 2001; Ceccherelli F. t al., 1998). Alcuni dati sperimentali sembrano indicare che il blocco della liberazione di sostanza P a livello presinaptico da parte dei peptidi oppioidi,, oppure a livello periferico con antagonisti recettoriali NK1. specifici hanno sia un effetto analgesico che di inibizione dell’infiammazione neurogena (Chen S.H.H. , 1984; Chan H.T., 1978; Chen L. et al., 1986; Ceccherelli F. et al., 1996; Ceccherelli F. et al., 2001; Ceccherelli F. t al., 1998).
Osservazioni
sperimentali indicano che una irritazione locale può avere un effetto
antiffiammatorio sistemico, ed il meccanismo proposto potrebbe essere alla base
del meccanismo anti.infiammatorio delle tecniche di controirritazione (Ceccherelli F. et al., 1995; Ceccherelli F. et al., 1996;
Ceccherelli F. et al., 2000).
La stimolazione agopunturale si è dimostrata efficace sperimentalmente nell’inibire il rilascio di sostanza P dalle fibre C, sia al livello del midollo spinale che in periferia (Ceccherelli F. et al., 1995; Ceccherelli F. et al., 1996; Ceccherelli F. et al., 2000).
In un lavoro sperimentale su un modello di infiammazione
l'elettroagopuntura risultava efficace nella modulazione del processo
infiammatorio acuto con riduzione della aderenza dei leucociti alle cellule
endoteliali e dello stravaso plasmatico
(Ceccherelli F. et al. 2001). Alcuni AA hanno confrontato l’effetto della
stimolazione agopunturale con la somministrazione di morfina su un modello
sperimentale di infiammazione neurogena. In questo modello sperimentale
l’agopuntura manuale si è dimostrata efficace nel ridurre l’edema neurogeno in
maniera sovrapponibile alla somministrazione di morfina.
Analogamente efficace è l’elettrostimolazione a bassa frequenza (5
Hz) e bassa intensità (5 mA), mentre intensità più elevate, di 70 mA, non danno
nessun effetto antinfiammatorio, anzi, danno un incremento della risposta
edemigena (Ceccherelli F. et al. 2000). Questo dato, oltre a confermare
l’effetto antinfiammatorio, sottolinea l’importanza dell’intensità di
stimolazione come “dose” da somministrare.
L’effetto antinfiammatorio della stimolazione agopunturale sembra
essere legato all’attivazione dei sistemi oppioide e serotoninergico e vari AA
(Ceccherelli F. et al., 1995; Ceccherelli F. et al., 1996; Ceccherelli F. et
al., 2000) hanno verificato che la somministrazione di naloxone e di
paraclorofenilalanina, inibitore della sintesi della 5.HT, eliminano l’effetto
modulante dell’ agopuntura agopunturale sull’edema neurogeno sperimentale.
L’agopuntura ha come meccanismo d’azione un incremento della
sintesi e del rilascio di pepetidi oppioidi a livello del SNC è stata avanzata l’ipotesi che l’effetto
antinfiammatorio si esplichi con una inibizione del rilascio dei neuropeptidi
come la sostanza P ed altre neurochinine dalle terminazioni nervose.
Con la stimolazione agopunturale si è inoltre osservato un
incremento dell'ACTH, (Ceccherelli F. et al., 1995; Ceccherelli F. et al.,
1996; Ceccherelli F. et al., 2000) fattore che può contribuire alla azione
antiinfiammatoria mediata dall'aumento del cortisolo endogeno.
La componente
neurogena dell’infiammazione rientra nella patogenesi di numerose patologie
dolorose e non dolorose, quali la fibromialgia primaria, l’asma bronchiale,
alcune artropatie infiammatorie, per le quali la terapia agopunturale viene
utilizzata nella pratica clinica con buoni risultati, e la comprensione della
proprietà antinfiammatoria permette di capire, dal punto di vista teorico, il
meccanismo d’azione dell’agopuntura nella loro cura (McKibbin L. et al., 1980;
Cheng R. et al., 1980; Chiang C.Y. et
al., 1973; Ciszek M. et al., 1985; Danelon F. et al., 1993; Dung H.C., 1984; Gagliardi G. t al., 1995;
Hashimoto T. et al., 1994).
L’effetto antinfiammatorio getta nuova luce sulla possibilità terapeutica di questa tecnica, considerata esclusivamente “sintomatica”, in grado di agire solo sul dolore e non sul processo patologico che lo genera.
Il
Fos è una fosfoproteina nucleare prodotta dal c.fos protooncogene,
l'espressione del c.fos nelle cellule neuronali può essere indotto da vari
fattori tra cui: nerve grow factor, neurotrasmettitori colinergici e secondo
messaggero (es. cAMP e Ca+, ) ed anche da eventi di menbrana. Dal
punto di vista funzionale il Fos sembra avere un ruolo critico nel processo di
regolazione della trascrizione.
Inoltre
la reazione immunoistoichimica dell'espressione del C.Fos è utilizzata per
identificare zone attivate da alcune stimolazioni sensoriali tra cui
l'agopuntura (Ceccherelli et al., 2001). Dopo stimolazione agoputurale si è
osservata una attivazione delle corna dorsali del midollo spinale, nuclei del
rafe, locus coeruleus e sostanza grigia periacqueduttale (PAG) (Ceccherelli F.
et al,. 2000; Wang H. et al., 1995).
In modo meno diretto ma
comunque significato un lavoro degli anni novanta ha dimostrato l’azione
antiflogistica e neuroormonale) dell’agopuntura, correlandola con le variazioni
di c-fos. (Pan B. et al., 1994).
Altre
osservazioni dimostrano che la frequenza di stimolazione influenza il sito di
attivazione: la stimolazione a 100 Hz e 4 Hz ha dimostrato che con la
stimolazione a bassa frequenza si ha una attivazione maggiore di centri nervosi
rispetto a quella a 100 Hz tra cui, il
nucleo dorsale e dorsale laterale della PAG., il nucleo arcuato, laterale e
lateroventrale dell'ipotalamo (Ceccherelli F. et al., 2000).
La stimolazione di punti
non di agopuntura non ha indotto alcun aumento significativo dell'espressione
del C.Fos nei nuclei in cui si è osservata. Invece la stimolazione del punto Zusanli (Stomaco 36, in prossimità della
tuberosità anteriore della tibia)
modifica i livelli di C Fos (Wang H. et al. 1995).
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Per molti anni gli algologi hanno considerato l’agopuntura nel dolore dotata solo di effetto placebo, ignorando un gran numero di evidenze cliniche che mostravano una risposta complessiva, nelle forme croniche, del 70% dei casi (Mendelson G. et al., 1982 ). In effetti i classici studi del 1955 (Beeche H.K., 1955) fissano il margine dell’effetto placebo nel 35% dei soggetti trattati ed attestano che la risposta alla morfina (farmaco di sicura efficacia) si aggira sul 75% del totale.
Le
ampie e documentate ricerche pubblicate su Pain nella prima metà degli anni ’80
(Lewith G.T.et al., 1983; Dowson D.et
al., 1985) dimostrano che, nel trattamento del dolore cronico, l’agopuntura ha
un indice d'efficacia che oscilla fra il 55 e l’80%, pertanto ben al di sopra
dell’ effetto placebo. Le ricerche sul meccanismo d'azione iniziano negli anni
settanta e dimostrano che l’analgesia prodotta dall’ agopuntura si deve alla
liberazione di oppiodi endogeni (Nguyen V.N. et al., 1984), con significative
differenze rispetto a metodiche suggestive come l’ipnosi (Goldstein A. et al.,
1975).
Lo
studio a tutt’oggi più interessante resta quello di Lung et al., che dimostrò, nei ratti, che
l’analgesia agopunturale è trasmissibile da un animale all’altro mediante
circolazione crociata ed è inibita da
farmaci che bloccano i recettori
endorfinici (Lung C.H. et al., 1980). Gli studi sperimentali condotti negli
anni ottanta hanno permesso di dimostrare, poi,
che l’agopuntura agisce attraverso il rilascio di vari mediatori anche
non oppioidi (Cheng R. et al., 1980;
Han J.S et al., 1982) e che essa eleva la soglia di trasduzione nocicezione.dolore
a vari livelli (Tiengo M., 1997):
·
spinale
·
mesencefalico
·
ipotalamico.talamico.epifisario.
A
partire dalle classiche osservazioni di Sjolund (Sjolund B. et al., 1979) è
stato possibile stabilire che (Vedi. Tb. 2):
·
La stimolzione
manuale o elettrica a bassa frequenza (inferiore a 2 Hz) produce analgesia
bloccata dal nolaxone e pertanto di tipo oppioide (recettori m)
·
La
stimolazione elettrica ad alta frequenza (superiore a 2 Hz) determina analgesia
mediata dalle monoamine ed è potenziata dalla somministrazione di agonisti
della serotonina.
Circa
la frequenza e l’intensità
dell’elettrostimolazione agopunturale i dati sperimentali dimostrano
un'azione fugace ma rapida per le alte frequenze e lenta e persistente per le
basse frequenze ed alte intensità (Karavis M., 1995).
L’elettroagopuntura
è in grado, in base ad intesità e frequenza, di modulare rilascio
differenziato, a livello del sistema nervoso centrale, di dinorfina ed
enkefalina. Un’ampia review su una serie di ricerche su modelli animali è stata
pubblicata quattro anni fa (Liguori A., 1997).
Si è anche potuto documentare che è importante, nell’analgesia con puntura semplice ed elettrostimolata, usare sia punti segmentali (puntara del punto locale dolente) che extrasegmentali (a distanza dalla zona dolorosa), al fine di produrre il massimo controllo in sede non solo spinale ma mesencefalica ed ipotalamica (Bossi J., 1977).
Il
punto di vista attuale di molti esperti della terapia del dolore è che
l’agopuntura intervenga sia nella veicolazione afferente dello stimolo
nocicettivo, che nell’attivazione del sistema discendente d'inibizione, e che, ancora, sia efficace a livello della
modulazione dei mediatori periferici del dolore e della flogosi (Tiengo M. et
al., 1996; Tiengo M., 1997). La controirritazione riflessa con aghi produce uno
stimolo nocivo il quale, paradossalmente, determina un’azione analgesica. Una
recente ricerca presso l'Istituto di MTC dello Jiangxi (Niasheng M. et
al., 1999) dimostra che in oltre il 60%
dei casi, l'indicazione di un agopunto è correlato con metameri contigui che
spiegano, in chiave neurofisiologica, l'azione specifa dei punti in questione.
Un analogo risultato era stato raggiunto da un'unità di ricerca dell'Università
di S. Paolo del Brasile (Yamamura Y., et
al., 1995).L’effetto dipende dalla localizzazione e dalla durata dello stimolo,
dalle condizioni ambientali e dallo stato comportamentale (Yamamra Y. et al.,
1995). Anche se i dati sono ancora contraddittori, sembra che l’agopuntura nel
dolore sia in grado di agire sia su nocicettori unimodali, cioè sensibili
selettivamente a stimoli meccanici o termici,
sia su quelli polimodali, capaci cioè di rispondere a più di uno stimolo
(Bossi J., 1977; Tiengo M., 1997), come ad esempio:
·
stimoli termici
(nocicettori cutanei e viscerali)
·
meccanici
(nocicettori della cute, n. intestinali, n. mesenterici, n. meningei)
·
chimici
(ubiquitari e sensibili a pressioni parziali di O2 e CO2, KCl,
H+ serotonina, acetilcolina, bradichinina, PgE2, sostanza
P).
Uno
studio molto interessante con ampia review è stato prodotto nel 1990 (Vibes J.,
1990) presso il Laboratorio di Biologia Applicata dell’Università di Tolosa, in Francia ed ha dimostrato che
l’agopuntura semplice o con elettrostimolazione:
·
agisce soprattutto
sulle fibre mieliniche di tipo Ad
·
incrementa
principalmente i livelli di endorfine nel grigio periacqueduttale (PAG)
·
aumenta il
rilascio di dinorfina a livello del midollo spinale.
Questi
dati attestano che l’agopuntura eleva a
vari livelli la soglia di sensibilità dolorifica e con azioni differenziate,
che da un lato riduce la percezione nocitettiva, dall’altro inibisce i riflessi, ad esempio muscolari, prodotti da
corticicuitamenti spinali.
Una serie di studi cinesi e francesi degli anni ottanta,
dimostra inoltre che l’azione differenziata dei punti sul dolore si deve
principalmente al tipo di fibre afferenti locali (Demo W. et al, 1985; Bossi J., 1984; Vibes J., 1988; Boureau F. et al.,
1988) .
Il rilievo, in diversi studi clinici, che l’agopuntura è
efficace nel dolore neuropatico (Ionescu.Tergoviste C., 1981; Nasta P. et al.,
1999) è indicativo di una sua azione sul sistema discendente inibitore, con
incremento di GABA e riduzione di aminoacidi eccitatori (acido glucammico,
acido aspartico. Numerose ricerche
condotte in corso di neuropatia diabetica (Tiengo M. et al., 1996) e
HIV.correlata (Kingery W.S., 1997; Cohen S. et al., 1986) dimostrano che
l’agopuntura è più efficace dei farmaci nelle forme prevalentemente
demielinizzanti e con più gravi segni clinici ed elettromiografici di
coinvolgimento prossimale dei nervi spinali. I risultati conseguiti da uno
studio pilota italiano (Zampini L. et al., 1999), ha indotto l’Istituto
Superiore di Sanità, nell’ambito del Progetto Nazionale di Ricerca sull’A.I.D.S.,
ad approvare un finanziamento per uno Studio multicentrico per il trattamento
della polineuropatia periferica simmetrica distale HIV.correlata, con farmaci
ed agopuntura cinese”gœ. I primi
risultati appaiono largamente positivi. Numerose ricerche italiane sono state
condotte fra il 1997 ed il 1999 sul tema agopuntura e dolore. Queste hanno
riguardato sia l’apparecchio
osteoarticolare (Lomuscio A. et al., 1999; Romoli M. et al., 1998) che le
cefalee muscolo-tensive (Di Stanislao C. et al., 1998).
Va infine segnalato una ricerca condotta in Italia sulla agopuntura antalgica nella pratica sportiva. Le tecniche agopunturistiche somatiche e riflesse (a livello di polsi e caviglie), si sono dimostrate in grado di lenire il doolore, ridurre l’infiammazione e la contrattura a seguito di fatti traumatici sportivi di diverso tipo e a diversa estrinsecazione. (Perini S., 2001).
Tab.
2: Risultati relativa all'analgesia mediante elettroagopuntura.
Elettroagopuntura
a bassa frequenza (4Hz) ed alta intensità |
Elettrostimolazione
ad alta frequenza (200Hz) e bassa intensità |
1. Arttivazione del sistema oppioide
endorfinergico 2. Effetto analgesico di lunga durata 3. Analgesia diffusa 4. Effetto cumulativo 5. Inibizione con naloxone 6. Lunga persistenza al termine dello
stimolo 7. Stimolazione dei recettori muscolari
profondi, dei nuclei del rafe magno, attiva il sistema delle prostaglandine
ed anche metionina.enkefalina- |
1. Attivazione di monoamine 2. Rapida analgesia 3. Effetto analgesico fugace 4. Analgesia segmentaria (locale) 5. Assenza di effetto cumulativo 6. Analgesia non nolaxone-reversibile 7. Scarsa persistenza dopo interruzione
dello stimolo 8. Attivazione del sistema inibitorio
discendente (serotonina-noradrenalina, ecc.) 9. . L’analgesia si deve alle monoamine
ed alla dinorfina |
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Il trattamento delle cefalee
In
MTC la cefalea (tou tong, tou feng, dolore
o vento alla testa) si definisce un eccesso di Yang alla testa, da cause
esterne, interne o alimentari (Di Stanislao C. et al., 1999; Maciocia G., 1995;
Roustan C., 1983; S.I.A., 2000). In
agopuntura tradizionale si impiegano schemi differenti, ma i più
utilizzati sono relativi alla diagnosi in rapporto alle teorie meridianiche
(Maciocia G., 1995; Baldry P., 1999; Deadman P. et al., 2000; ) (Vedi Tab. 3).
Tab. 3: Schema generale di
trattamento delle cefalee in agopuntura tradizionale cinese
Tipo
ed irradiazione del dolore |
Meridiano
Interessato |
Principali
Punti selezionati |
Violento,
a strappo, fronto-nucale, che scende fino agli occhi. |
Vescica
Urinaria e Intestino Tenue |
2
BL, 3 BL, 60 e 62 BL |
Dei
lati della testa, acuito dai riumori, con impossibilità a ruotare il capo |
Vescica
Biliare e Triplice Riscaldatore |
4-20
GB, 5 TB, 34 GB. |
Dolore
sordo che viene sopportato dal paziente e che non modifica le comuni
abitudini di vita. Il dolore si irradia
al viso ed ai denti (algie facciali atipiche) |
Stomaco
e Grosso Intestino |
8
ST, 4-11 LI, 45 ST |
Dolore
urente al vertice che si irradia ai lati della testa e si associa a lieve
rigidità nucale |
Fegato |
3
LR, 20 GV, 6 PC |
Tuttavia
i trattamenti debbono essere personalizzati e lo schema sovraesposto e solo
generale e riveste un mero carattere didattico (Di Stanislao C. et al., 1999).
Va
qui inserita una considerazione che riguardano da un lato le cefalee ed in
generale i disturbi somatoformi, dall'altro la Biomedicina e le Medicine non
Convenzionali (MNC).
Tale
considerazione è relativo alla qualità del rapporto medico-paziente nel
gestire, in generale, di disturbi con forte componente emotiva primaria o
secondaria (Vella G. et al., 1994) o con franco sfondo depressivo.
Nell'odierna
pratica clinica molto diffusi sono i cosiddetti "disturbi
somatoformi": situazioni croniche che assumono una fisionomia prettamente
o esclusivamente somatica senza una somatopatogenesi chiaramente dimostrabile
(Vella G. et al., 1991).
I
pazienti che lamentano questo tipo di disturbo passano di medico in medico
generando quell'abitudine inveterata ai nostri giorni che gli anglosassoni
hanno chiamato "doctor shopping" e che rivela da un lato la difficoltà
del loro trattamento, dall'altro l'esistenza di un irrisolto problema attuale
di tipo socio-sanitario (Vella G. et al., 1994; Cassano G.B., 1999).
Nel
campo del dolore neurogeno i disturbi somatoformi dimostrano la stretta
interconnessione fra "algia primaria" e squilibri psicocaratteriali
(ansia e, più spesso, depressione) ed
aprono importanti questioni di fondo nella relazione medico/paziente, come
fondamento centrale ed irrinunciabile per la riuscita di una terapia (Cassano
G.B., 1998; Di Stanislao C., 1999). Per anni i disturbi somatoformi sono stati
scambiati per disturbi fittizi, segno di un'inadeguatezza della classe medica a
gestire patologie nuove ed emergenti, che pure occupano una larga fetta della
sofferenza attuale (Vella G. et al., 1991; Cassano G.B., 1999).
In
definitiva a fronte di un'alexithymia del paziente v'è
anche, da parte del medico, un disagio ed un'incapacità a comunicare i propri
stati d'animo, si da generare un senso frustrante di rabbia e d'insoddisfazione
che altera profondamente la capacità di condivisione, comprensione e, pertanto,
l'efficacia della terapia (Vella G. et al., 1991; Vella G. et al., 1994).
Bisogna
tenere sempre presente che nella relazione medico-paziente il ruolo del medico
non è quello d'osservatore passivo ma è bensì quello d'elemento attivo
coinvolto, fin dall'inizio, nell'insieme relazionale osservatore-paziente e che
già la prima fase diagnostica assume un senso terapeutico. Se applichiamo al rapporto medico-paziente il
solo criterio biologico di tipo causale-processuale, riusciamo a percorrere
solo strade statistico-farmacologiche, capaci di inquadrare e guarire le
patologie legate ad eziologie precise ed identificabili.
Ma
se aggiungiamo al primo il modello motivazionale-dinamico, attraverso uno
scambio d'esperienze e di significati, ci poniamo nella condizione di
raggiungere una ristrutturazione psicologica ed un miglioramento delle
condizioni esistenziali, che sono gli elementi da ricercare, ad esempio, nei
dolori primari somatoformi (Rogora G.A., 1990; Rogora G.A., 1994; Di Stanislao
C., 1999).
Le
MNC applicando il sistema olistico (del continuum corpo mente) ed il modello
psicologico o psicodinamico, possono essere di grande aiuto nell'insegnare al medico
pratico un approccio nuovo e diverso nei confronti della sofferenza (Rogora
G.A., 1995; Di Nisio F., 1998; Corbellini C., 1999; Di Stanislaio C. et al.,
1999).
Se,
in definitiva, si va verso una medicina integrata, questa dovrà basarsi non più
su assiomi di pura marca cartesiana, ma anche tenere conto di quei procedimenti
in cui il medico si "fa carico" in prima persona della sofferenza e
rende protagonista il paziente delle diverse procedure diagnostiche e
terapeutiche che di volta in volta si possono dimostrare necessarie (Vella G.,
1991; Bocci V., 2000; F.I.S.A., 2000).
Se
si afferma che le MNC hanno un loro modo troppo fenomenologico e clinico di
procedere, si vuole qui rammentare che il DMS-III-R ed il DMS-IV tentano di
migliorare la gestione dei problemi psichiatrici e psicocomportamentali,
attraverso classificazioni e definizioni cliniche che aggirano il problema
etiologico e tengano conto degli specifici vissuti individuali (Cassano G.B.,
1998; Cassano G.B., 1999; Blundo C. et al., 1998).
In
conclusione siamo persuasi che la Medicina scientifica sia molto incisiva ed
efficace nei cosiddetti dolori secondari da danno somatico dimostrabile, mentre
le MNC (agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, fitoterapia, omotossicologia,
ozonoterapia, ecc.) (Di Stanislao C., 1999; Bocci V., 2000) si rivelano molto
più incisive nel corso delle seguenti condizioni:
-
disturbi di conversione
-
disturbi di somatizzazione
-
ipocondria
-
disturbi da dismorfismo corporeo
-
disturbi da dolore somatoforme
-
disturbi somatoformi
indifferenziati.
In
effetti un’ampia ricerca italiana condotta sulle personalità dei pazienti che
fanno ricorso all’agopuntura mediante la somministrazione di questionari
sintomatologici multidimensionali di facile uso (SQ, ISQ, MFFF-FFF, SCL-90-R) e
colloquio semistrutturato con misurazione attraverso la scala di Paykel, ha
dimostrato che la maggior parte dei pazienti lamenta depressione, disturbi
somatoformi, ansia fobica o sentimenti di ostilità e che si è rivolta
all'’agopuntura (e la giudica molto adeguata per lui) a causa, principalmente,
del più confidenziale rapporto medico-paziente (Ercolani M., 2000).
Con
questo non intendiamo negare all'agopuntura ed alle MNC efficacia nelle
affezioni nocicettive con substrato organico, ma vogliamo insistere sulla
necessità di attuare strategie non farmacologiche nei disturbi cronici con
intensa e manifesta componente emotiva, in modo da coniugare efficacia ad
efficienza e riuscire a conciliare Medicina Scientifica ed interventi olistici
tradizionali e non. La sfida per chi pratica le MNC è quella di restare fedele
ad una visione olistica senza perdere l'opportunità di confronto e di crescita
offerto dalla ricerca scientifica (Bocci V., 2000). Soprattutto occorrerà
approfittare del paradimga dell’agopntura e della MTC per il recupero di un
contatto meno freddo e tecnico con il paziente,soprattutto nelle condizioni,
frequenti in corso di cefalea, di disturbi dell’umore con note ansiose o
francamente depressive (Rogora G.A., 2000). Allorquando lo stato depressivo è
molto evidente vi sono studi controllati cinesi ed occidentali i quali
dimostrano che l’elettroagopuntura è più efficace della agopuntura semplice con
o senza manipolazione degli aghi. (Luo H.C. et al., 1985; Hui K.K., 2000; Cazzullo et al., 1977; Han J.S., 1986;
Roschke J., 2000). I punti attivi, in questi casi, non vanno ricercati nella
direzione vista in precedenza (Vedi Tab. 3), bensì lungo ik Meridiani Vaso
Governatore, Fegato, Vaso Concezione e Ministro del Cuore (O Pericardio)
(Ceccherelli F. et al., 1995).
Circa
le evidenze scientifiche relative al trattamento delle cefalee mediante
agopuntura tradizionale, i primi studi documentati risalgono agli anni ottanta
(Ceccherelli F. et al., 1982; Dowson D.I. et al., 1985). Nel loro complesso
questi primissimi approcci scientifici al problema riguardavano le diverse forme (emicrania,
cefalea tensionale ecc) e concludevano sull’azione favorevole di questo tipo di
trattamento, circa la durata e l’intensità delle crisi. Un eccellente studio
italiano degli anni novante introduceva una valutazione fra agopuntura vera e
“sham” (ovvero falsa per localizzazione e profondità) e dimostrava, con una
struttura semplice ed efficace, che la vera agopuntura risulta più efficace
della falsa in corso di cefalea tensionale (Tavola T. et al., 1992).
Più recentemente (Vincent C.A., 1997) sono stati
considerati 22 trial, di buona qualità, che valutavano, complessivamente, 1042
pazienti. Di questi trial 15 erano
relativi a emicrania, 6 a cefalea tensionale ed uno a varie forme di cefalea
(mista, infiammatoria, istaminica di Horton, ecc.). Il confronto fra vera
agopuntura e agopuntura «sham» (imitazione, simulazione) dimostra la maggiore
efficacia della vera agopuntura. è che si tratta di un campo in cui gli effetti
dell’agopuntura sembrano essere evidenti anche se devono ancora essere
completamente chiariti. Dopo aver
esaminato, su riviste indicizzate, i lavori condotti negli anni ottanta e
inizio degli anni 90, Oliver Sacks conlude che gli effetti dell’agopuntura
sembrano essere positivi, ma mancano ancora ricerche sufficienti e rigorose per
la selezione dei casi da trattare (Sacks O., 1994).
Nel 2000 due ricerche, una francese e l’altra
statunitense, hanno dimostrato l’efficacia dell’agopuntura in corso sia di
emicrania che di cefalea tensionale. Il lavoro francese ha dimostrato, mediante
ricerca agopuntura versus sham, che il trattamento profilattico degli attacchi
emicranici mediante agopuntura settimanale per 2-3 mesi, determina riduzione
dell'intensità e della durata delle crisi (come si evince dai diari giornalieri
dei pazienti) per 6-12 mesi dalla cessazione del trattamento. Paragonata agli
altri trattamenti preventivi l'agopuntura si rivela equi o più efficace e priva
di effetti collaterali (Massiou L., 2000).
Nell’altro lavoro si paragonano gruppi di pazienti, tutti con cefalea
tensiva, trattati con FANS, triciclicici, biofeedback ed agopuntura.
L’indice
di efficacia dell’agopuntura è superiore a quella dell’impiego dei FANS ed
equipollente al biofeedback ed all’impiego di triciclici (Schoenen J., 2000).
Sempre nel 2000 è stata portata a termine un’ampia metanalisi di 27 ricerche
cliniche recenti, di buona qualità e su riviste indicizzate, sulla efficacia
dell'agopuntura in corso di cefalea tensiva , con valutazione randomizzata fra
agopuntura e agopuntura falsa o minima (supeficilae). La metanalisi ha permesso
di concludere che in 23 lavori l’agopuntura è più efficace del placebo e solo
in 4 la differenza non è statisticamente significativa.
Nel
corso del 2001 il Cochrane Collaborative Group, dopo attenta e rigorosa
selezione, ha esaminato 11 lavori che testano l’efficacia dell’agopuntura verso
una procedura sham nella profilassi dell’emicrania. Cinque di questi lavori
concludono che la vera agopuntura è più efficace della sham, quattro segnalano
un trend a favore e solo due concludono per un effetto sovrapponibile al
placebo. In tre lavori, poi, l’agopuntura è stata confrontata con un farmaco
attivo nella profilassi emicranica. Due lavori hanno concluso per una
superiorità dell’agopuntura ed uno per una equivalenza.
Va
tuttavia detto che gli stessi reviewers segnalano che, nel caso i questi ultimi
tre studi, si potevano avanzare riserve di ordine metodologico (Melchart D. et
al., 2001). Una precedente ricerca metanalitica molto rigorosa (Goslin R.E. et
al., 1999) era giunta ad analoghe conclusioni circa l’efficacia dell’agopuntura
nella profilassi emicranica. Lo stesso gruppo della ricerca Cochrane aveva
prodotto nel 1999 un’altra metanalisi da cui si evinceva che, nella maggior
parte degli studi, l’agopuntura è più attiva del placebo in corso di cefalea
ricorrente di diverso tipo (Melchart D. et al., 1999). I dati attuali,
pertanto, testimoniano che l’agopuntura è fra le metodiche con maggiore
evidenza scientifica di efficacia fra i trattamenti non farmacologici
dell’emicrania (S.I.S.C., 2001).
Alcune
considerazioni su recenti ricerche italiane
In
Italia sono stati sviluppati, recentemente, due ampie ricerche originali che da
un lato hanno paragonato vera e falsa agopuntura (Ceccherelli F. et al., 1995),
dall’altro l’azione preventiva della stessa versus flunarizina in corso di
emicrania senza aura (Allais G. et al., 1996). In entrambi i casi i risultati
sono stati considerati positivi.
Fra
il 1998 ed il 2000 la Società Italiana di Agopuntura (SIA) ha prodotto alcune
interessanti ricerche, anche se non strutturate secondo i
"gold-standard" della cosiddetta medicina scientifica.
La
prima ricerca (Di Stanislao C. et al., 1998)
è stata condotta condotta presso la ASL 04 de L’Aquila (In
collaborazione con il Centro Regionale delle Cefalee, diretto dal Dott. Giorgio
De Matteis), ha riguardato venticinque
individui di ambo i sessi (14 donne ed 11 uomini) d’età compresa fra i 18 ed i
40 anni (media 29 ± 2) con cefalea tensiva ed ha previsto uno schema fisso di
trattamento comune per tutti i pazienti, più alcuni punti variabili in rapporto
alla diagnosi energetica della tradizione cinese. Dopo 12 sedute settimanali il
trattamento (senza assunzione di farmaci) ha determinato una riduzione della
frequenza (da 2 crisi settimanali in media a 2-3 crisi al mese) e della
intensità delle crisi (da 8.7 a 4.5 secondo una scala analogica visiva a 10
punti) (Fig.2).
La
seconda, relativa a pazienti con emicrania,
ha riguardato dieci individui sottoposti a valutazione mediante
punteggio MIDAS, trattati per 3 mesi e con follow-up di un anno.
I
risultati (Fig. 3) possono dirsi davvero molto incoraggianti circa la
percezione del dolore, il consumo di farmaci sintomatici ed il miglioramento
della qualità della vita (Evangelista P., 2000).
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Conclusioni
Il
dibattito attorno all’agopuntura e, più in generale, alla medicina alternativa
non convenzionale suscita opinioni molto contrastanti. Non rientrando nei
canoni correnti, queste pratiche non sono ritenute scientifiche o, perlomeno,
di efficacia scientificamente provata. Da diversi anni, tuttavia, si assiste ad
un sempre maggior interesse da parte dell’opinione pubblica (Melzack R.., 1984)
e recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ed il National Institute
of Health hanno assunto una posizione favorevole nei confronti di esse
promuovendone l’insegnamento, la ricerca ed auspicandone l'utilizzo clinico
seppur mirato a particolari situazioni morbose (Tarocchi A., 2000).
Tuttavia
le opinioni contrarie sono giunte ad eccessi di radicalismo ai limiti del
sorprendente. La posizione del National Council Against Health Fraud (NCAHF -
USA) nei confronti dell’agopuntura ne fornisce un esempio. In un documento del
1995 vengono esposti i seguenti punti: “1. l’agopuntura è una modalità di
trattamento non provata. 2. La sua teoria e la sua pratica sono basati su un
concetto primitivo di salute. 3. Le ricerche per dimostrare l’efficacia
dell’agopuntura condotte negli ultimi venti anni hanno fallito. 4. Gli effetti
percepiti dell’agopuntura sono probabilmente dovuti a una combinazione di
aspettative, suggestione, irritazione delle zone cutanee trattate e altri
meccanismi psicologici. 5 L’uso dell’agopuntura dovrebbe essere ristretto ad
appropriati disegni di ricerca. 6. Le compagnie di assicurazione dovrebbero
essere obbligate per legge a non coprire trattamenti di agopuntura. 7. Agli
agopunturisti dovrebbe per legge essere tolta la licenza” (National Council
Against Health Fraud, 1995).
Piuttosto,
comunque, di entrare in infantili polemiche di nessun significato scientifico e
culturale, si dovranno elaborare schemi che sappiano tener conto della necessità
di trattamenti individuali e del rigore della validazione scientifica.
Solo
in questo modo si potranno implementare, anche in questo campo, efficacia ed
efficienza, valutando, a priori, il tipo di paziente che potrà giovarsi di un tal
tipo di trattamento (Di Stanislao C., 2000).
Nonostante
oggi si disponga di una discreta gamma di strumenti, in letteratura gli studi
clinici sulle Tecniche Alternative e e non Convenzionali (TANC) non sono ancora
condotti principalmente attraverso disegni controllati di cui molti con
randomizzazione. E’ stata anche redatta una sorta di “manifesto
metodologico” in sette punti in cui si afferma che i metodi scientifici
quantitativi possono essere ritenuti gli strumenti più soddisfacenti per la maggior
parte degli studi sulle TANC (Lee S.T., 2000; Lewith et al., 2000), ma pochi
medici agopuntori ne hano recepito le indicazini.
Per
loro natura, tuttavia, questi metodi offrono un modello semplificato e
generalizzato che è tanto meno efficace quanto maggiore è la complessità
dell’oggetto di indagine. La perdita di informazione che ne deriva comporta una
perdita di precisione nella misura del fenomeno, una maggiore indeterminatezza
dei risultati e minori predittività e ripetibilità. Sul British Medical Journal
apparve nel 1996 un articolo, più volte citato nella letteratura
specifica, fortemente critico nei
confronti della supposta superiorità del SCR (Studi Controllati e Randomizzati)
rispetto ad altri metodi di indagine nella ricerca clinica in generale. Tra i
principali motivi citati nell’articolo val la pena di sottolineare il concetto
di inadeguatezza che viene colto attraverso una bassa validità esterna o
generalizzabilità dei risultati.
Si citano almeno tre ragioni: il contesto professionale (motivazione o convincimento degli operatori chiamati alla sperimentazione), i criteri di esclusione spesso troppo rigidi (i pazienti idonei rischiano di essere poco o nulla rappresentativi della pratica corrente) e la possibile distanza dei trattamenti standard utilizzati in ricerca da quanto effettivamente svolto nella realtà clinica di tutti i giorni, per opporsi a tali linee-guida (Keini H., 1999). Come conseguenza di questi problemi, gli SCR offrono generalmente un’indicazione di efficacia piuttosto che di effettività. A conclusione viene auspicato l’utilizzo complementare di metodologie sperimentali versus metodiche osservazionali in quanto le prime fornirebbero stime sull’effetto minimo mentre le seconde sull’effetto massimo (Tarocchi A., 2000; Critchley J.A. et al., 2000).
Secondo
l’orientamento attuale, in medicina il processo di verifica e successiva
validazione dell’osservazione e della pratica empirica passa attraverso il
concetto di “Medicina Basata sull’Evidenza” per arrivare al massimo grado di raccomandazione
costituito dall’inserimento all’interno di linee-guida. Nello studio della
TANC, gli strumenti comuni di ricerca clinica si dimostrano inadeguati poiché
introducono degli artefatti e riducono la descrizione dei fenomeni a modelli
quantitativi astratti (Vickers A. et al., 1997; Vickers A. et al., 1998;
Vickers A., 1999; Keine H., 1999).
Per una convincente
validazione di quanto osservato nella pratica clinica sarebbe preferibile un
uso diversificato e complementare di più strumenti, anche molto distanti fra
loro, al fine di cogliere ogni aspetto della complessità di quanto esplorato,
conservando l'informazione in esso contenuta. Accanto al rigore formale è
auspicabile anche una visione di insieme il più possibile libera da pregiudizi
ed animata da una costante riflessione su ogni aspetto della medicina e della
scienza. Solo così si aprirà la strada alla conoscenza ed alla validazione
scientifica degli aspetti più oscuri e sfuggenti relativi alle medicine
alternative non convenzionali (Ernst E., 1999).
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[*] Dirigente
Medico I° Livello, Responsabile Ambulatorio di Agopuntura e Moxa ASL 04
L'Aquila, Presidente dell'Associazione Medica per lo Studio dell'Agopuntura,
Segretario della Società Italiana di Agopuntura, Membro del Comitato
Scientifico della Rivista Italiana di Agopuntura.
[†] Osservatorio
per le Medicine Non Convenzionali dell’Università degli Studi di Padova,
Istituto di Anestesia e ianimazione, Direttore prof. G.P. Giron.
gœ Iss. Grant. N. 304.O 70/1997