Contratto Educativo
(Contrattazione delle Contingenze di Rinforzamento)

Claudio Ajmone

Dalla rivista Psicologia e Scuola
numero 23, Febbraio-Marzo 1985, Giunti Barbèra ed.





Gli alunni a volte rappresentano un problema per l’educatore. Di ciò non ci si dovrebbe meravigliare. Si tratta di un dato scontato e la capacità di risolvere i problemi è un buon indicatore della sua professionalità. Il contratto educativo è uno degli strumenti che si possono utilizzare con successo per la soluzione di molti problemi, quali uno scarso impegno nello studio, comportamenti aggressivi o comunque disturbanti, per incentivare l’apprendimento in soggetti disabili o handicappati, ecc. Poiché la sua attuazione implica dei vantaggi per l’alunno, è piuttosto improbabile che venga rifiutato. Rappresenta inoltre un’esperienza altamente democratica e formativa per l’acquisizione della capacità di assumersi responsabilità educative e di autogestione.

Nella sua essenza, il contratto educativo consiste in un accordo intercorrente tra un soggetto (o un gruppo) e l’educatore, nel quale si definiscono i comportamenti che il soggetto (o il gruppo) intendono eseguire, e le ricompense che per questi comportamenti avranno.

Al fine di superare i problemi e raggiungere gli obiettivi formativi di cui ho prima parlato, la stipulazione del contratto deve coinvolgere l’alunno a livelli diversi di partecipazione. Ciò dipende essenzialmente dall’età, dalla sua maturazione intellettiva e dalla capacità di assumersi responsabilità. La seguente tassonomia mette in gerarchia le tappe che l’educatore è bene che segua:

1) Contrattazione gestita dal solo educatore.

2) Contrattazione gestita prevalentemente dall’educatore.

3) Contrattazione gestita pariteticamente.

4) Contrattazione gestita prevalentemente dall’alunno.

5) Contrattazione gestita completamente dall’alunno.

Ciò, tuttavia, non è sufficiente a garantire il successo dell’intervento se non ci si attiene ad alcune regole che possiamo così sintetizzare:

a) Equità: le ricompense devono essere proporzionate alle prestazioni. b) Chiarezza dei termini del contratto.

c) Onestà: ciò si ha quando il contratto viene rispettato da entrambe le parti contraenti e la ricompensa consegnata subito dopo l’esecuzione del compito.

d) Positività: il contratto non deve contenere clausole punitive.

e) Sistematicità: è indispensabile che il contratto non subisca interruzioni e che ci si attenga con rigore alle regole stipulate.

È altresì necessario che l’educatore conosca le regole generali implicate in qualsiasi procedura basata sul rinforzamento, che nel nostro caso significano operare come segue:

Il premio deve essere consegnato subito dopo l’emissione del comportamento corretto incluso nel contratto.

Iniziare con il rinforzare comportamenti di facile esecuzione per passare poi con gradualità a richieste più impegnative.

Programmare con molta attenzione lo schema di rinforzamento da usare (a rapporto, o ad intervallo).

Terminare il contratto con gradualità, specialmente quando si operi con soggetti handicappati o bambini; ciò si ottiene sia diminuendo gradualmente la frequenza della erogazione delle ricompense, sia modificando la grandezza del premio e la sua natura (avvicinamento graduale alle ricompense che gli altri hanno nell’ambiente naturale per quel tipo di comportamento).