DALLA RIVISTA "RIVISTA DI SCIENZE SESSUOLOGICHE", n 1-2, 1966, DEL CERRO EDITORE

Tribadi & socie:la sessualità femminile non
conforme nei termini enelle definizioni


Nerina Milletti *




Tribade

Secondo Marie-Jo Bonnet questo nome, di origine greca, arrivo' agli umanisti francesi del Rinascimento attraverso le traduzioni di autori latini (Luciano, Marziale, Fedro) dove le tribadi vengono decisamente condannate, e fu per tre secoli il termine più usato per indicare una donna che aveva rapporti sessuali con un'altra donna. In Francia compare nel 1566 ad opera di Henry Estreme (Apologie pour Herodote), ma viene registrata nei dizionari francesi solo a partire dal 1680.II suo significato sarebbe legato all'importanza attribuita alla clitoride, la " dulcedo veneris ", conosciuta da greci e romani, ma dimenticata e "riscoperta" solo alla fine del 1500. Jacques Duval, 1612, cita altri sinonimi seicenteschi per "tribas": subigitatrix, ribaude, frictrix. Nel 1587 Bourdeille comincia a scrivere le sue Memoires contenant la vie des dames illustres de son temps (pubblicate solo nel 1666).Vi compaiono dames lesbiennes che si chiamano tribades e fricatrices "ou qui font la fricarelle en mestier de donna con donna [in italiano nell'originale], comme l'a trouve' ainsi aujourd'huy" ("che fanno la fricarella in mestiere di donna con donna"). Qualche pagina dopo pero' precisa che gli " amori muliebri si compiono in due modi, gli uni per mezzo di fricarelle ", gli altri, come dice Marziale nell'epigramma a Bassa, "con geminos committere cunnos". I danni avverrebbero quando "s'aiutano con alcuni strumenti a foggia di... e chiamati 'godemichi"'. Questi godemichi sono gli 'olisboi', noti anche ai greci. Nel XVI secolo fu possibile il passaggio concettuale da una tribade che si procura il piacere senza l'uomo (secondo l'etimo greco unicamente con lo sfregamento dei genitali), a quella che l'ottiene come un uomo (grazie alla clitoride eccezionalmente grande, con la quale poteva "abusare" di un'altra donna). Il passaggio inverso poté invece avvenire nel XIX secolo, quando l'attenzione si sposto' e si concentro' sulla vagina. I1 vizio comunque era nel corpo, e non nello spirito (o nella psiche); e secondo alcuni questa potrebbe essere la spiegazione del perché le tribadi non furono mai assimilate (come invece lo furono i sodomiti) agli eretici. In Inghilterra "tribade" viene riportato per la prima volta nel 1601 (William King, The Toast) ma sarebbe stato usato, secondo Donoghue, fino a tutto il 1700; Friederich Karl Forberg ( 1824 ) in De figuris veneris usa questo termine per descrivere gli "Alexandrian colleges" esistenti nella Londra di fine '700. "Tribady" avrebbe fatto la sua comparsa solo nel 1811 in occasione di un processo per questo reato. In Olanda "tribadie" comparve nel 1650. In italiano il termine "tribade" e' presente almeno dal Rinascimento. Annibal Caro ad esempio parla delle "tribadi di Lesbo" nel 1539", e per i vocabolari italiani dell'Ottocento che lo registrano, '`tribade" o "tribada" e' "femmina che con lascivi fregamenti si procurava il piacere sessuale con altre femmine o da sola , oppure ' femmina impudica che usa con altra femmina" od anche "donna che fregando le parti genitali colle mani o coll' olisbo (sorta di pene di cuoio o d'altra materia) o con altri lascivi fregamenti soddisfa da per se sola la libidine, od esercita amori contro natura con altra donna''.Esistono pero' distinzioni basate sul tipo di atti sessuali praticati, alcune delle quali già viste e su cui torneremo in seguito .Accenniamo qui che per Mantegazza,1885, si ha il "tribadismo" quando "una femmina che fornita di un clitoride eccezionalmente lungo puo' simulare l'amplesso con altra femmina... [anche se] oggi pero' e' sinonimo di amore fisico fra due donne, sia pur soddisfatto nell'uno o nell'altro modo '' .

Fregatrice , subigatrice

"Fregatrice" sembra parola poco usata in italiano . Insieme a "subigatrices" Mantegazza la fa derivare dal latino, ma nelle traduzioni da Tertulliano (300-400 d.C.) "frictix" sarebbe stata tradotta come strega o ingannatrice.Per Donoghue' "fricarelle" sarebbe parola specifica del francese del 1500.

Saffista

Nel 1789 Madame Piozzi (Hester Thrale) annota nei suoi diari che "la regina di Francia e' a capo di una banda di mostri che si chiamano 'saffiste"', ma gia' nel 1762 una traduzione inglese del convivio di Platone (tradotto in Italia nel 1475 parla di due donne come "sapphic lovers". Per Battisti ed Alessio"'saffismo" sarebbe "termine medico del XIX secolo, sinonimo di tribadismo e derivato da "Saffo", poetessa greca di Lesbo ('Lesbismo') alla quale si attribuiva detta inversione sessuale"; negli altri vocabolari italiani che sono stati consultati di saffico esiste invece soltanto il verso, anche se Martineau,1896, ci informa dei gravissimi rischi del saffismo.

Clitorismo

All'interno della scelta dell'oggetto sessuale vengono operate distinzioni sulla base del tipo di pratiche preferite .Come abbiamo gia' accennato si distinguevano il "tribadismo" (consistente "nello sfregamento della vulva d'una donna contro quella d'una compagna") dal "Clitorismo" (penetrazione effettuata tramite la clitoride) e da "saffismo" o "lesbismo" ("quello sconcio atto per cui due donne applicano contemporaneamente la bocca l'una sui genitali dell'altra") che era pero' anche sinonimo in generale di sesso orale tra due donne ma anche tra una donna ed un uomo (passivo e che quindi poteva dare luogo alle deformazioni descritte da Martmeau ma anche attivo e quindi consistere nella fellatio chiamata anche amore "alla lesbiana" o "alla fenicia"). Un'altra pratica che avrebbe avuto "piu' proseliti che il tribadismo" era costituita da coloro che "erano contemporaneamente tribadi e saffiche ... note per la masturbazione della clitoride". Di clitoridismo parlava anche il "padre" dell'onanismo Simon Andre' Tissot nel 1758.

Donna-uomo

Nella letteratura medica italiana la dizione "donna-uomo" compare in Arigo e Fiorani, 1879, riferita pero' ad un caso di ermafroditismo anatomico come era in uso dal 1500. Fu anche usata per indicare casi di "passing" da B.G. Selvatico - Estense nel 1904. Bonnet cita l'uso fatto da Bavle nel 1720 di "hommesse'` riferendosi a Saffo.

Urninga

"Urning" ed il suo femminile "urningin" (tradotto in italiano come "urninga" ma anche come " urningo-femmina " 1900) furono coniati da Karl Heinnch Ulnchs, che li utilizzo' nei suoi saggi pubblicati tra il 1864 e 1875. Questi nomi indicavano persone che avevano istinti sessuali che non corrispondevano ai loro organi genitali, e derivano dal Simposio di Platone, in cui l'amore omosessuale tra uomini viene considerato di pertinenza di Afrodite Urania. Lo stesso autore conia molti altri termini, tra i quali "dioninga" per eterosessuale, "uranodioninga" per bisessuale, e "uraniastra" per pseudomosessuale, ma solo "uranismo" ebbe un qualche successo in Italia, come testimonia l'uso fattone da Scighele, 1892 e da Marc Andre' Raffalovich. 1896.

Terzo sesso

Sempre Urlichs utilizzo' nel 1864 il concetto di "drittes Geschlecht" ("terzo sesso") per quei casi in cui "un'anima di donna sia innestata [inclusa] in un organismo mascolino". L'idea che esistano tre sessi c'era anche nel Simposio di Platone, ma il ' terzo sesso" rappresenta invece l'origine degli eterosessuali. Alessandro Severo (che regno' nel 222-235 ), secondo il suo biografo parlava del ' tertium genus hominum" a proposito degli eunuchi, che a rigore invece sarebbero stati privati del proprio sesso. Theophile Gautier, nel 1836 usa "troisieme sexe" per una donna con qualita' maschili, mentre per Balzac, pochi anni dopo, terzo sesso significava già omosessuale. Per Michela De Giorgio la diffusione di "terzo sesso" sarebbe derivata dal titolo di un romanzo di Ernst von Wolzogen del 1894, mentre Guglielmo Ferrero si sarebbe attribuito la paternità del neologismo, diffuso fino agli anni '30, in un libro di Mantegazza del 1897.

Contraria ed invertita

Karl Westphal studio' piu' di 200 casi di omosessualita', che nel 1869 chiamo' "kontrare Sexualempfindung". In italiano fu tradotta come "sessualita' contraria", ad esempio in una traduzione di Krafft-Ebing del 1896, od "invertita", da cui poi il sostantivo "invertita". Arrigo Tamassia nel 1878 uso' per la prima volta questa parola, che si diffuse poi nelle altre lingue europee forse anche perche' chiamarla sessualità "contraria" poteva dare un'idea di ribelle , alternativa, mentre una sessualità "invertita" era chiaramente anomala e innaturale. Il primo caso di "inversione" pubblicato in Italia e riguardante una donna si deve a Cantarano, nel 1883. Come sinonimo di sodomita, uranista ed omosessuale, "invertita" arriva nella letteratura italiana non scientifica ai primi del 1900, e sostitui' "pervertita", dal suono simile ma fortemente connotata sul piano morale .Anche "perversa" e "pervertita" sono concetti diversi .Pio Viazzi distingue infatti "perversita'" da "pervertimento" delle tendenze sessuali: solo la prima e' indizio di corruzione, "effetto di viziose abitudini, "comunissima oggidi' nei grandi centri e fra le classi sociali piu' raffinate" .Perverse sarebbero percio' le donne che possono avere rapporti sessuali anche con gli uomini, mentre pervertite quelle che non hanno questa possibilità di scelta e sono percio' incurabili. Le medesime idee erano state espresse da Richard von Krafft-Ebing, la cui opera piu' famosa, Psychopathia sexualis fu pubblicata in Germania nel 1886. "Invertita" per Wayne ed altri denota, oltre all'orientamento sessuale, anche l'inversione di genere, cioe' riferita ad un vasto campo di comportamenti devianti appunto rispetto al genere (considerato in modo piu' olistico e totalizzante di quanto lo sia attualmente), mentre "omosessuale" era ristretto alla scelta dell'oggetto sessuale . Questo cambiamento concettuale sarebbe avvenuto dopo il 1900, favorito anche dalla distinzioni freudiane tra meta ed oggetto delle pulsioni sessuali.

Omosessuale

"Omosessuale", per la precisione "Homosexualitat", e' una parola coniata da Karoly Maria Benkert, che nel 1869, col nome di Kertbeny, invio' una serie di tre lettere al Ministro della Giustizia prussiano per protestare contro l'estensione a tutta la Germania del articolo 175 (ex paragrafo 143) che puniva i rapporti sessuali tra uomini. Lo stesso Benkert creo' anche "normalsessualita'", cioe' eterosessualita', e " doppelsexual " ."Omosessualita'" dunque non nacque come termine medico, e probabilmente , come sostiene Dall'Ono, fu scelta per insistere sulla "virilita'" dell'omosessuale maschio, e fu poi preferita ad altre, piu' corrette dal punto di vista filologico, quali "omogenico" od "omogeneo" (Edward Carpenter, 1895), "androtropo" e "ginotropa" (Kurt Hiller)."Omosessuale" e' infatti meta' parola greca (omissis) e meta' latina (dal medioevale "sexualis"), costruita sul modello de] linguaggio scientifico, dove "unisessuale e "bisessuale" erano stati introdotti dalla fine del 1700 con le parole francesi "unisexuel" e "bisexuel"; si adatto' perfettamente al linguaggio scientifico, formando il trittico omo-etero-bi sessualita'. Sempre secondo Waine, fu divulgata da Gustav Jaeger, che usa eterosessualita' nella seconda edizione di Entdeciung der Seele del 1880; e si diffuse dopo l'affare Eulenburg, negli anni 1907-1908. Fu usato dal 1893 in avanti in Francia ed Inghilterra ma con eccezioni (vedi unisessualita') e forse tuttora e' ancora la parola piu' utilizzata. Per Rosanna Fiocchetto in Italia la parola "omosessualita'" sarebbe stata utilizzata per primo da Enrico Morselli nel 1894 ma almeno l'aggettivo '`omosessuale" era stato gia' anticipato, ad esempio da Carrara nel 1892, in una recensione dove si parla di "rapporti omosessuali". Si affermo' in Italia dopo il 1920, in un primo tempo anche come "omosessualismo". "Homosexuelle" compare nel supplemento del Larousse solo nel 1904, I'inglese "homosexual " nel 1897. Sulla nascita invece dell'omosessuale come "specie" od "identita'" distinta, si rimanda ai vari dibattiti storiografici attualmente in corso. Secondo gli storici della scuola "costruzionista" il termine "omosessuale" e' altrettanto anacronistico di "gay" se usato per epoche precedenti il nostro secolo, anche se "omosessuale" ci sembra meno temporalmente circoscritto perche' suona piu' ufficiale, scientifico.

Omofilia

Un termini piu' recente e' "omofilo", che come "Homophilie" compare negli scritti di Karl-Gunther Heimsoth e sarebbe stato presente nella Germania degli anni 20, e che qualche decennio piu' tardi si diffonde in Olanda, tanto che gli anni 1950-69 sono stati infatti chiamati il periodo omofilo della storia gay. Esso include anche le relazioni non sessuali, ma non l'ho mai trovato al femminile; al maschile e' stato usato in Italia in un articolo della rivista "L'Espresso" nel 1980.

Lesbica

L'ipotesi di Bonnet e' che nonostante Brantome lo usasse gia' alla fine del 1500, "lesbienne" si diffuse in Francia solo dopo la pubblicazione e la condanna per oltraggio nel 1857 delle poesie di Baudelaire. Emma Donoghue trova invece "tribades" e "lesbians" come sostantivi in un poemetto del 1732 (The Toasl, di William King). Nel nostro studio ' amori lesbi" e usato da Lombroso nel 1881, e "amore lesbico" da Scipio Sighele, 1892, ma non si trova mai "lesbica" come sostantivo. "Amore lesbiano" lo chiama Mantegazza nel 1885. Nei vocabolari italiani del 1800 da noi consultati questa parola non c'e' , ma nel Battaglia "lesbia" e' un genere di uccelli della famiglia del colibri', una squadra di piombo usata su Lesbo ("la quale alle cose da misurarsi s'accomoda, e non isforza quelle alla sua misura"), una regola perla quale materia e forma si adattano; "lesbie" sono le stelle della Chioma di Berenice; "lesbio", "lesbiaco", "lesbiano", "lesboico" o "lesbico" come aggettivi sono riferiti alla poesia greca, ad un tipo di marmo, ad un vino, un vento e ad un sistema di costruzione dei muri, oltre che all amore omosessuale tra donne. In quest'ultimo senso ai primi del '900 lo usano D'Annunzio e Soffici, mentre l'etimologia e' molto chiara in Firenzuola (1548); "lesbiare" e' frequentare prostituire (dal nome di Lesbia, la donna amata dal poeta Catullo, "che ebbe fama pessima"); "lesbiata" e' la pratica sessuale lesbica gia' nella seconda meta' del 1600), mentre per "lesbica" come sostantivo si deve aspettare la seconda meta' del nostro secolo. "Lesbian" sarebbe stato usato in inglese per la prima volta in un articolo del 1883 su "The Alienist and Neurologist" a proposito di Lucy Ann Lodbell; su un quotidiano nel 1892 New York Times a proposito dell'assassinio di Freda Ward fatto da Alice Mitchell; Battisti ed Alessio registrano "lesbin" nel 1660.

Intersessuale

"Intersessualita'" fu usato in Italia negli anni '20 e '30, e come "intersessi" anticipato da Edward Stevenson (= Xavier Mayne) nel 1908.

Ermafrodita pseudoermafrodita

Termini piu' antichi erano "ermafrodita", registrato per la lingua italiana nel XIV secolo, utilizzato gia' nel volgare di Sant'Agostino e da; Ghiberti . Il Canini nel 1865 ne da' le seguenti definizioni: 1) essere mitologico che nato da Venere e Mercurio possedeva doppie parti genitali, di uomo e di donna; 2) donna in cui la clitoride e' straordinariamente sviluppata, e che ha forma, voce, abitudini quasi virili; 3) uomo le cui parti genitali sono imperfettamente sviluppate e che nei lineamenti e nel carattere ha qualcosa di femmineo; 4) animale in cui i due sessi sono riuniti; 5) fiore in cui i sessi sono riuniti. Ermafrodito era infatti il nome del mitico figlio di Hermes ed Afrodite del quale si era innamorata la ninfa della fonte Salmacis , vicino ad Alicarnasso ; il giovane si immerse nell'acqua e si fuse con la ninfa. Il suo culto e' documentato in Atene fin dal V secolo. Se usato dai medici poteva far supporre un comportamento sessuale radicato nella biologia, ma l'ambiguità del concetto e' tale che Dante (Purgatono XXVI , 82) lo uso' per connotare i; rapporto eterosessuale. Nella prima meta' del 1800 (in Settembrini, in un commento a Luciano), riguarda invece i rapporti tra lo stesso sesso. Per Bonnet era un termine legato agli ambienti massoni, usato in una satira del 1605 (L'ile des hermaphrodites) sulla corte del poco virile Enrico III. Nel concetto di " ermafroditismo psichico' o " psicosessuale" c'e' la commistione tra sesso e genere "opposto": il sesso anatomico femminile si accompagna alla scelta sessuale "maschile" rivolta verso le donne ossia l'invertita aveva un cervello o un sistema nervoso maschile in un corpo femminile. Gia' dal 1600, almeno in Inghilterra, "pseudoermafrodita" era diventato sinonimo di 'tribade"68, ed anche nella rivista di Lombroso questa espressione e' molto usata, a partire da Carrara, 1903. Hans Kurella, 1896 distingue invece tra: 1) "ermafrodita" (in cui coesistono le due gonadi); 2) "pseudoermafrodita" (con inversione dei caratteri sessuali secondari ossia dei genitali esterni); e 3) "urningo" (con inversione dei caratteri sessuali terziari, ossia peli, voce, muscolatura, ecc.).

Sodomia

Per Wayne quello di sodomia sarebbe concetto alieno sia al mondo bizantino ed israelita del Medioevo che al mondo cristiano dopo Giustiniano (regno' nel 527-565), sarebbe entrato nel latino medioevale dalla fine del 1100 e come penetrazione anale fu inteso solo dopo il 1870 circa .Si indagarono anche le possibili cause, tra le piu' curiose ecco che "Chi nasce in nel segno dei Gemini fia di buona forma, ma piccolo di persona, ara' capelli sottili, e fia sodomito, linguardo ecc.". La sodomia era un crimine contro natura che poteva essere commesso in tre modi: "ratione modi (tra partner di sesso diverso ma in modo "innaturale"), "ratione sexus" (tra partner dello stesso sesso), e "ratione genus" (con specie animali diverse).Era quindi estesa anche a casi non citati per la distruzione delle citta' della pianura nella Genesi . Era dunque un termine che poteva riguardare entrambi i sessi, utilizzato per i tutti i tipi di penetrazione che non fossero il normale e "lecito" coito eterosessuale, quindi "sodomita" poteva essere tanto l'uomo che la donna- etereo od omosessuale. "Sodomia" come "atto venereo tra persone del medesimo sesso", viene riportato in Italia per la fine del 1200 e i primi del 1300.Tutto deriva da Tommaso d'Aquino, che nella Stemma Teologica, scritta nel 1267-1273, interpreta il pensiero espresso da San Paolo nella Lettera ai Romani 1,26, e chiama sodomia la copula con un sesso indebito, maschio con maschio o femmina con femmina. Percio' non e' vero che nell'uso corrente indicasse solo l'omosessualita' tra uomini come si e' talvolta sostenuto. In alcuni paesi d'Europa, come la Francia, se la sessualita' tra donne includeva la penetrazione era considerata sodomia e punita col rogo. Alla fine del 1500 la francese Marie Lemarcis che aveva avuto rapporti sessuali con una donna, si salvo' dall'accusa di sodomia e dal rogo, perche' le fu attribuito il sesso maschile, in quanto il suo membro, invisibile all'esterno, fu giudicato al tatto un pene (non si vedeva, ma era tale perche' emetteva un liquido, mentre il fatto che avesse le mestruazioni non conto'). Se fosse stata riconosciuta come ermafrodita la sua sorte avrebbe potuto essere quella di Suor Angelica de la Motte de Vilbert d'Apremont, che accusata nel 1661 da Suora Gabriella Damily di essere maschio e femmina nello stesso tempo, ed accertato che infatti tale " mostro " aveva gli organi di entrambi i sessi, fu condannata all'impiccagione poi tramutata in prigione a vita.rigione a vita, ma per un caso diverso, anche per Benedetta Carlini, badessa di un convento a Pescia ai primi del 1600. Sul caso Mane/Marin vedi Jacques Duval, (che ci ricorda che il nome vagina e' tale perche' essa e' la "vagina membri virilis"), e riporta due casi, uno avvenuto nel 1560 a Rennes di un ragazza di 14 anni che mentre e' a letto con un'altra ragazza sviluppa dei genitali maschili, e l'altro a Parigi. Qui un'accusata di tribadismo viene messa in prigione insieme ad una donna che la provoca finche' alla presunta "tribade" non compare un membro virile. Il caso piu' o meno contemporaneo dell'olandese Henrika Schuna, "una donna dal contegno virile che s'era stancata del suo sesso", si concluse invece con la condanna della donna, perche' l'organo posseduto fu giudicato una clitoride ipersviluppata. Era percio' particolarmente importante accertare se gli ermafroditi fossero "realmente" donne o uomini, e se fosse stato utilizzato qualche strumento, perche' la sola "fricatione" non era condannabile. Nei paesi come l'Inghilterra, dove questa legge non c'era, ci fu molta meno attenzione alle definizioni legali e mediche. Per il reato di sodomia la penetrazione con le dita non era presa in considerazione, ne lo era l'autopenetrazione con strumenti, quella che Frigerio nel 1893 chiama 'pseudonania", 'tendenza a procurarsi sensazioni voluttuose mediante l'uso di strumenti e non colla ordinaria manustrupazione , ed "omettendo di parlare di quanto si dice avvenga nei monasteri (come ci viene assicurato da una ex suora isterica), negli educandati, ecc." registra l'utilizzo di carta, fusi, gomitoli di filo, pani, pezzi di legno, manici di scopa, pietre e altro per l'autopenetrazione.

Unisessuale

Anche questa parola fu usata per omosessuale, come dimostra il titolo di un libro di Marc-Andre' Raffalovich del 1896, dimostrando quindi un notevole scivolamento semantico, dalla morfologia alla psicologia. In botanica sono piante "unisessuali" (o "dioiche") quelle a sessi separati, che hanno cioe' i fiori maschili su di un individuo e quelli femminili su di un altro; sono "bisessuali (o "monoiche, od "ermafrodite") piante nelle quali lo stesso individuo producono gameti maschili e femminili.

Bisessualita'

L'esistenza di un orientamento sessuale "esclusivo", quindi involontario, fu fortemente osteggiata dai teologi cristiani allo scopo di rendere gli individui legalmente e moralmente responsabili di una condotta "liberamente scelta" . In quest'ottica le omosessuali risultano esseri bisessuali (come tutti) che pero' scelgono elettivamente un comportamento omosessuale. Il concetto attuale di "bisessuale" come individuo che ha la capacita' di rispondere eroticamente a persone di entrambi i sessi, e' basato sull'idea di un ipotetico sesso primordiale "neutro"84; partendo da questo presupposto tutti gli individui sono quindi bisessuali . Questo uso di "bisessuale'` pero' genera confusione tra le categorie di sesso fisico, genere, e orientamento sessuale, che dovrebbero invece rimanere distinte. Dopo il rapporto Kinsey (1948) il termine viene usato per coloro che hanno comportamenti non esclusivamente eterosessuali od omosessuali; ma come nota Wayne la bisessualita', specie quella seriale ma anche quella simultanea (propugnata dai movimenti di liberazione degli anni '70), e' cosa assai diversa dall'idea o ideale di "non-orientamento" (liberta' totale nella scelta degli oggetti sessuali), e assai difficile da analizzare negli aspetti qualitativi e di significativita' delle esperienze fatte (prendendo cioe' come parametro non solo dati puramente quantitativi come la semplice percentuale numerica), specie se si esaminano dati di culture ed epoche differenti. Inoltre la scelta di questa auto-defininizione potrebbe essere collegata al fatto di essere ritenuta meno stigmatizzante di "omosessuale'`; questo dubbio sarebbe avvallato dal fatto che l'orientamento sessuale, secondo il rapporto Kinsey sembra si stabilizzi dopo una certa eta', diventando col tempo prima ' predominante" ed infine "esclusivo".

Androgina

"Androgina", e' derivato dal greco andros (uomo) e gynos (donna). Androgenes" e' un "monstrum ex viro et femina constrans", oppure "virago, femina animum virilem agens''. M.A. Canini ne da molte definizioni, piu' o meno coincidenti con quelle attuali di ermafrodita perfetto ("che riunisce gli organi e le funzioni dei due sessi, che puo' generare e far generare . Favoleggiavano gli antichi che al principio del mondo i due sessi fossero uniti nello stesso individuo, e che in Africa esistessero siffatti popoli") e di bisessuale ("che fa da uomo e da donna in senso osceno"); mentre per gli animali offre una distinzione tra quelli "androgini" ("che possedendo i due sessi non possono riprodursi che accoppiandosi a due a due, p.e. le lumache") e quelli "ermafroditi" ("che si riproducono da se, p.e. le ostriche" [esempio questo non perfettamente calzante]); ma e' androgina anche la donna che e' "per coraggio, ingegno superiore alla maggior parte delle altre, straordinaria . Come si puo' notare anche in queste definizioni, il termine e' stato utilizzato per indicare sia una categoria di intermedio somatico sia una categoria di intermedio psichico. Comunque, quando la perfezione e' l'uomo virile, l'androgina/o rappresenta un uomo incompleto o diminuito. Paolo Zacchia (1621-1625) distingue tra lo "ermafrodito" ed altre due categorie, formate in base all'apparenza predominante: lo "androgino" = uomo-donna (maschi o femmine con apparenza maschile); e la "ginantropa" = donna-uomo (femmine con organi maschili inutili, cioe' 'filiae virilis sexus' o maschi con aspetto femminile), termine quest`ultimo riutilizzato da Krafh-Ebing nella sua Psycopathologia. Alcuni mistici hanno supposto che la figura di Cristo, essere perfetto come gli angeli, fosse androgina, e cosi' per molti alchimisti ed occultisti del XIX secolo .In psicologia l'androgino [notare il maschile!] e' una "personificazione psichica che tiene consciamente in equilibrio il maschile ed il femminile, uniti senza che ci sia fusione delle loro caratteristiche. e in questo essere metaforico, e non nell'indifferenziato ermafrodito che Jung vede simboleggiato il prodotto finale del processo alchemico".L'androginia sarebbe dunque un mezzo per riconquistare l'unita' primaria dell'individuo un ritorno ad una eta' dell'oro di armonia e completezza, un ideale utopico che piu' volte nel passato ha agito potentemente, ma che sembra sia stato ora abbandonato (anche dal movimento delle donne), in favore di un rafforzamento di qualita' e valori definiti come maschili e femminili.

Perifrasi

Ovviamente si poteva ricorrere a perifrasi: una donna che ama il proprio sesso, una donna che commette atti abominevoli, amori anomali od anormali (dal greco "anomalos" che in latino si corruppe in "anormalis"; is latino possedeva anche "abnormis" ma non "abnormalis"), atti abominevoli ("abominio" fu usata nelle traduzioni del Vecchio Testamento come se derivasse dal latino 'ab' ed 'homo'. cioe' inumano, disumano, ma la parola latina contiene invece il termine religioso 'omen'), degenerazioni, innaturale, innominabile, crimine contro natura, variante, aberrazione (in origine usato per le eresie religiose), atti contro natura, comportamenti devianti ("deviante" secondo Consoli verrebbe dalla bolla di Innocenzo VIII del 1484 contro 'incubi' e 'succubi', persone di ambedue i sessi che si concedevano a diavoli maschi e femmine, e pertanto "a fide catholica deviantes"), ecc.

Incertezze

Fino alla fine del 1800 pero' c'era comunque una grande incertezza terminologica anche tra gli scienziati, dato che, come si e' gia' ricordato, si poteva parlare di "saffismo" o di "tribadismo" riferendosi agli uomini. Esiste dunque anche il saffismo maschile ma, come sostiene Moralizza, le "saffiste muliebri" sono piu' lubriche di quelle che si danno con gli uomini alle medesime pratiche" (saffismo e' qui sinonimo di cunnilingus, ma Gian Pietro Lucini, un una recensione su "La Giovane Italia" de "L'eredita' di Saffo", nel 1909, chiama le tribadi "fellatrici"). Per Giuseppe Avenali, 1909 "[nei carceri minorili maschili] la sodomia e' frequentissima e vi regna anche una specie di tribadismo maschile"; e si poteva usare pederastia" per il "sesso gentile": Cesare Lombroso ci informa che "un vizio tutto speciale, sul quale non ho veduto richiamata l'attenzione degli altri alienisti, e' quello del "tribadismo. Questa orribile pratica. che e' una pederastia del sesso gentile...".Ma "pederastia" poteva significare solo coito anale, ad esempio per I. Callari , 1903 93, che sostiene che la prostituta siciliana non si da a questo vizio se non costretta .

Onanismo

Per chi ancora basava la propria classificazione sul tipo di atti sessuali e non sul sesso della persona oggetto d'amore di una donna, il discrimine era la penetrazione se questa era assente qualunque pratica poteva essere ridotta ad "onanismo" o "masturbazione", che diventava "reciproca" se vi partecipavano piu' persone . Cosi' per Moraglia il tribadismo non e' altro che una specie di "onanismo vulvare" (a meno che la clitoride non venga introdotta nella vagina della compagna "ottenendo cosi' una specie di coito", cioe' il "Clitorismo"); e cita Krauzold, per il quale nelle carceri le donne "annodano soventi amicizie che, quando e' possibile, vanno a finire in iscambievole masturbazione" . La stessa valutazione e' quella di Rivotto Peccei, che a proposito di due "urningo-femmina" parla di "masturbazione orale reciproca'' . Garnier nel 18849 distingue l'onanismo in base alle parti del corpo produttrici del piacere: 1) vulvo-vaginale (tribadia e clitorismo); 2) della bocca (saffismo); 3) mammario; 4) anale. Precedentemente J. Christian aveva proposto una classificazione della masturbazione basata pero' sull'organo agente: 1) mano o bocca (clitoridea); 2) dita o strumenti (vaginale); 3) clitoride (clitoridismo).

Desueti

Altri termini ancora piu' desueti sono: "ginecerasta", "disordinata ed amante delle donne", dalla biografia di Saffo trovata tra i papiri di Ossicino ; "hetairai" (compagne, intime amiche; Saffo chiama cosi' le allieve del suo tiaso quando ancora " etera " non significava " cortigiana " ); " hetairistnai " (Platone le. cita n el " Simposio "le. donne formate dalla sezione di una donna non prestano per nulla attenzione agli uomini, ma si rivolgono piuttosto verso le donne, e da questo genere nascono le hetairistriai); per Forberg le "hetairistries" sono donne che cercano le etere per il commercio carnale, come gli uomini. Ribaude (ribalda?) compare in un dizionario francese/inglese del 1601.Hirshfeld nel 1914 distingue a seconda delle preferenze rispetto all'eta' delle donne amate: "korofila" (attratta dalle bambine); "partenofila" (attratta dalle adolescenti): "ginecofila" (attratta dalle donne adulte); "graofila" (attratta dalle donne anziane). Abbastanza raramente si trova "ginandra", usato da Krafft-Ebing.

Transessuale (1949)

"Transessuale" (dal latino "trans", attraverso e "sexus", sesso) sarebbe un concetto introdotto nel 1949 da D. Cauldwell e popolarizzato da Harry Benjamin negli anni 50', tradotto in Italia nel 1968. Secondo Warren Johansson le-i transessuali donna-uomo rappresentano solo il 15-25% dei transessuali, e sarebbero un gruppo diagnostico molto omogeneo; da ricerche effettuate presso l'ospedale San Camillo di Roma (uno dei pochi in Italia dove siano effettuati interventi per il cambiamento di sesso) questa percentuale sembra in aumento, risultando attualmente il 35%. Non essendo collegato pare ad esperienze o situazioni familiari particolari non sembra che il transessualismo possa essere spiegato con cause psicologiche o sociali percio' taluni hanno formulato I'ipotesi di un sesso ("programmato nell embrione) che in alcuni casi risulterebbe diverso da quello anatomico . Un interpretazione psicanalitica particolarmente conservatrice del fenomeno e' espressa da Catherine Millot. Scuramente influisce la radicata credenza sociale che se esistono solo due sessi devono esistere solo due generi; e' probabile che ci siano casi nei quali la propria identita' semplicemente cade oltre anche la piu' tollerante demarcazione tra i sessi. I1 transessualismo puo' essere definito come il desiderio di un cambiamento di sesso dovuto ad una completa identificazione col genere del sesso opposto negando o cercando di modificare il sesso biologico originale. I primi casi di operazione chirurgica per il volontario cambiamento dal sesso femminile al maschile riguardano Sophia Hedwig che nel 1882 divento' ufficialmente Herman Karl; Alan Hart ne e' Alberta Lucille, nel 1917; Laura Dillon. il cui riassegnamento termino' nel 1949. In Italia il primo caso da uomo a donna di grande risonanza fu quello di Romina Cecconi negli anni 60.

Travestita (1910)

"Travestita" . Travestito" e' la parola scelta da Magnus Hirschfeld (1910) che fu preferita ad eonista proposto da Havelock Ellis (1906).A proposito degli omosessuali maschi in Italia sarebbe stata usata fin dal 1500 registrata sul dizionario Zingarelli solo nel 1970; transvestitismo fu usato nel 1921 sulla rivista Rassegna di studi sessuali mentre travestitismo (senza la n ) nel 1948. L'attuale significato specie se applicato agli uomini puo' pero' comprendere anche situazioni erotiche transitorie dove la sessualita' e' invece di tipo eterosessuale . Leggi contro il travestitismo sono presenti anche nella Bibbia. nel Deuteronomio. Henrv Fielding nel 1746 con The Female Husbanl, racconta la storia effettivamente accaduta di Mary Hamilton. Altri nomi per lo stesso fenomeno sono quelli inglesi di "cross-dressing" proposto da Edward Carpenter nel 1911 e di "passing" .

Gay

Per quanto riguarda il termine gay" per molti sarebbe usato non solo per indicare un inclinazione ed un attivita' omosessuale ma un attitudine sociale la costruzione di una particolare subcultura e I'esistenza di relazioni sociali .Sarebbe diverso da omosessuale (che connoterebbe soltanto un orientamento sessuale artefatto della propria storia personale non una scelta deliberata) in quanto designerebbe il/la militante cosciente e consapevole .Derivato dall'antico provenzale "gai", nel XVII sec. l'inglese "gay" designo' il libertino, nel XIX la prostituta .Nel 1933 fu usato come aggettivo: gay cat (ragazzo omosessuale); negli anni '50 e' gia' un eufemismo per omosessuale .Come fa notare Kosofski, in questo senso la sua scelta e' un atto potentemente affermativo, ma molte donne rifiutano questo termine restringendolo agli uomini, e si parla cosi' di "gay e lesbiche" . Interessante a questo proposito e' la variazione avvenuta nella denominazione dell'associazione "Arci gay", che dopo qualche anno riconobbe ad una sua parte il nome di "Arci gaydonna" ed ora e' invece "Arci gay-Arci lesbica".

Queer

Ancora piu' recente e' "queer", parola inglese che originariamente significava strana, eccentrica, assurda, poi dispregiativa per omosessuale, ed infine entrata negli anni '90 nel linguaggio politico di chi non si sente "gay" (felice), bensi' arrabbiata o disgustata, e sceglie questa, sentendo inadeguate altre definizioni, pur rivendicando una sua diversita' (azione versus assimilazione)l.

I termini tribade, saffica, onanista, ecc. esprimono dunque concetti diversi da quelli attualmente seguiti, l'etimo di una parola non e' pero' il suo "vero" significato, ma solo un significato "precedente . L'invenzione di nuove parole non significa necessariamente la nascita di nuovi significati .Optare tra una delle due correnti teoriche (nominalismo ed essenzialismo), investe non solo il senso di identita', ma anche le strategie politiche, rispettivamente centrate sull'integrazione o sul separatismo .

Come ricorda Martha Vicinus parlare di lesbismo come lo intendiamo oggi, ha senso solo dove sessualita' ed identita' sono strettamente collegate e dove l'identita' personale e' gia' un valore culturale, ma non e' sempre stato cosi' . Inoltre e' molto probabile he donne di altre epoche non avrebbero potuto riconoscersi nelle nostre categorie e strutture simboliche, inserite in un altro sistema di conoscenze . Ed e' anche probabile che, specialmente in altri tempi o climi, l'orientamento sessuale possa essere considerato in qualche modo periferico, percepito soggettivamente come un attributo personale non cruciale per la propria identita'. * Storica. Collaboratrice di DWF. Babilonia, Queer.